Quanto successo a Maria Grazia Fiore, mamma di un ragazzo affetto da autismo, ha dell’incredibile, ma scopriamo che purtroppo spesso è la prassi. La vicenda riguarda il figlio Jacopo di 16 anni, che è stato ritirato dalla sua scuola di Bari per la disperazione, dopo ben 17 insegnanti di sostegno cambiati in soli 10 anni.
La mamma ha reso pubblica la storia diffondendola sui social, con un post su Facebook e presentandosi davanti alla trasmissione locale “Sportello Telebari”. L’obiettivo di questo gesto è denunciare un sistema scolastico inefficiente e inadeguato.
Rinunciare alla scuola : com’è arrivata la decisione
La decisione di ritirare il figlio dalla scuola è stata molto sofferta. È arrivata dopo anni di sofferenze psicologiche ed emotive del ragazzo. Come ha raccontato la madre, tenerlo a casa è un gesto di protezione dalla scuola, un ambiente che dovrebbe essere inclusivo e gioioso, ma che invece si è trasformato in un vero incubo.
Il figlio si è giocato pezzi di salute e benessere psichico in tutti questi anni, tanto che la soluzione migliore è stato quella di allontanarlo dai suoi compagni. La formazione del ragazzo purtroppo sarà eseguita da casa privatamente.
Come ha anche sottolineato la mamma Maria Grazia, la sua resa non è una critica distruttiva, anzi. Tra l’altro sa benissimo di cosa si parla, visto che è lei stessa insegnante. Lei non vuole essere un esempio di quelli che rinunciano a prescindere alla scuola, scegliendo la scuola parentale.
Ha dichiarato infatti sul suo profilo : “Sia chiaro che io non voglio assolutamente essere un esempio. Sono una storia, non come tante, ma sono una storia con tante specificità. E’ per questo che ho sempre condiviso tutto il materiale e le soluzioni che ho trovato per Jacopo, ma non solo…Siamo stati lasciati soli non meno degli altri genitori autistici ed è per questo che ho lavorato anche per loro, quelli che gli strumenti non ce li hanno. Io voglio che Jacopo torni a scuola ma voglio anche alzare la voce e non solo reclinarmi su me stessa.”
Il sistema scolastico ha fallito
Uno dei grossi problemi è il reclutamento e la formazione degli insegnanti di sostegno. Oggi in 6 casi su 10 si sceglie di affiancare ad un alunno con disabilità un insegnante senza preparazione specifica, che in Italia esiste eccome. E come accade sempre più spesso nella scuola, si sceglie di proseguire nei percorsi di precarietà. Precarietà per gli insegnanti = precarietà per gli studenti.
Questa situazione, come spiega la mamma, non è accettabile in un paese come l’Italia, in cui la tutela per le persone meno fortunate dovrebbe essere al primo posto. Questa condizione precaria e di continua incertezza, oltre che influire sul benessere psicologico del ragazzo, ha reso vano ogni tentativo di formazione.
Scuola e diritto all’inclusione : la realtà dei fatti
Formazione che dovrebbe essere garantita per chiunque, forse in modo ancora più deciso per coloro che soffrono di questi disturbi, ma non solo. Parliamo dei tantissimi bambini e ragazzi con disabilità, anche di quelli dati per “spacciati” come Sirio, che ogni giorno nega con veemenza tutte le diagnosi sbagliate sul suo presunto futuro in stato vegetativo.
Purtroppo per Jacopo e la sua famiglia invece, la sofferenza è stata troppa, e alla fine è arrivata la decisione più sofferta di tutte, la resa di fronte ad un sistema scolastico profondamente sbagliato. La mamma ha specificato in miniera chiara che la sua non é stata una scelta, ma una vera e propria resa, arrivata dopo un’attenta analisi su qualche fosse l’opzione migliore per il figlio.
Fortunatamente questa storia non é passata inosservata, come succede invece in molte altre situazioni. In poco tempo il post é diventato virale ed ha iniziato a circolare. Maria Grazia ha suscitato l’attenzione di molte testate giornalistiche, tanto che la sua storia adesso é nota a livello nazionale. Ci auguriamo che questo sia solo un piccolo passo per iniziare a cambiare qualcosa.
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