15 aprile 2024 –
Dopo le polemiche scatenate a proposito della scuola di Pioltello, chiusa per la fine del Ramadan, un prof di Biella pubblica la foto di un’aula quasi vuota: “questa è la fotografia di cosa succederebbe se le nostre scuole fossero “italianissime” come vorrebbe questo governo”.
“Durante il Ramadan, solo 6 studenti su 21 frequentano la classe”
Roberto Pietrobon, docente a Biella, spiega nel suo post : “Durante il Ramadan, solo 6 studenti su 21 frequentano la classe. Questa è la realtà ignorata dal governo. Lunga vita alle classi multietniche, la diversità è un tesoro“.
Il professore di Biella risponde indirettamente al Ministro Valditara, che in diverse dichiarazioni a proposito del caso della scuola di Pioltello ha ribadito la questione del limite di studenti stranieri per classe.
Un limite indicativo esiste già peraltro: era stato introdotto dal Ministro Gelmini nel 2010, fissandolo al 30%. Il fatto è che questo limite non può essere imposto a tavolino: le scuole formano le classi in base alle iscrizioni ricevute e se da un lato si dovrebbero evitare le classi-ghetto, dall’altro non è possibile più di tanto pilotare la domanda delle famiglie, che iscrivono i figli a scuola in base anche alla prossimità. Quindi se un quartiere è abitato principalmente da stranieri, le sue scuole forse saranno più facilmente frequentate da stranieri.
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La foto del prof Pietrobon illustra quindi la semplice realtà con una foto dell’aula semivuota: la prevalenza di studenti nella sua scuola, la Primaria Villaggio Lamarmora di Biella, viene da famiglie islamiche. Al termine del Ramadan, ha fatto notare che solo 6 bambini su 21 erano presenti.
Come racconta al Corriere il prof. Pietrobon “Ci sono frequenti momenti di dialogo in classe, i bambini stranieri sono desiderosi di condividere le loro tradizioni, aiutando anche i compagni italiani a comprendere le ragioni di certi costumi“. Continua poi “Non ci sono problemi di integrazione in classe, tutti parlano italiano perché nati qui o perché l’hanno appreso rapidamente. Anche con i genitori il rapporto è buono; quelli dei bambini stranieri mostrano un rispetto maggiore verso gli insegnanti rispetto agli italiani“.
Valditara e l’immagine della multiculturalità come “disgregazione e caos”
In un post dalla sintassi assai involuta, Valditara auspicava sì una maggiore integrazione degli studenti stranieri, ma passando semplicemente dalla composizione delle classi, dai corsi di potenziamento della lingua italiana e dal limite di studenti stranieri.
Se si è d'accordo che gli stranieri si assimilino sui valori fondamentali iscritti nella Costituzione ciò avverrà più facilmente se nelle classi la maggioranza sarà di italiani, se studieranno in modo potenziato l'italiano laddove già non lo conoscano bene, se nelle scuole si…
— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) March 28, 2024
Il Ministro ha ribadito che le classi dovrebbero avere una maggioranza di italiani, altrimenti si verrebbe a creare “disgregazione e caos“. Sono proprio queste le parole usate dal Ministro e contestate dal prof. di Biella, che ogni giorno insegna a una classe multietnica.
L'inclusione può avvenire assimilando i nuovi arrivati sui valori fondamentali, quelli che sono racchiusi nella Costituzione e che appartengono alla identità di chi accoglie, oppure realizzando la società del melting pot dove ognuno pensa e fa ciò che vuole. La prima società ha…
— Giuseppe Valditara (@G_Valditara) March 28, 2024
“Le scuole non potranno più chiudere durante le festività non riconosciute”
L’ultima dichiarazione del Ministro Valditara riguarda infine l’autonomia delle scuole nel decidere il calendario scolastico: ha annunciato durante la festa della Lega a Varese che “le scuole non potranno più chiudere durante le festività non riconosciute“.
Il provvedimento, che limiterebbe molto l’autonomia decisionale delle singole scuole, secondo la dichiarazione del Ministro, sarebbe già in dirittura d’arrivo.
Molti critici della decisione della scuola di Pioltello di chiudere per la festività della fine del Ramadan hanno citato il principio di laicità della scuola. Ma questa non è mai stata messa in discussione: infatti non si celebra il Ramadan a scuola, né che si introduce la festività del fine Ramadan nelle scuole, ma si riconosce l’autonomia decisionale delle scuole sui giorni di apertura, che possono decidere di chiudere in vista di un’ondata di assenze o per altri motivi.
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