Manca ormai pochissimo a Natale e, inutile negare, rispetto ad alcuni anni fa l’atmosfera che si respira è decisamente diversa: i mega store hanno assunto un’aria meno eccessiva e le persone girano molto, guardano tanto e spendono poco.
Nella nostra quotidianità, la crisi vuol anche dire questo: parsimonia e oculatezza si sono diffuse a macchia d’olio e sono arrivate fino agli acquisti di Natale. In tempi di ristrettezze come quelli attuali, il regalo di Natale torna ad assume quel significato unico, di dono di amore, che ha sempre rappresentato sin dalla notte dei tempi e che, oggi, siamo obbligati a rispolverare.
Nei tempi di consumismo sfrenato, di shopping senza limiti tutto l’anno, Natale era l’ennesima occasione per avere qualcosa di materiale fra le mani, quell’oggetto da mettere presto da parte, sostituito a breve dal sfizio che volevamo toglierci; nella realtà di oggi le cose vanno diversamente e la morigeratezza ci impone di riscoprire l’attesa e il valore di quel dono, generalmente semplice, che al di la’ del suo valore economico significa amore e affetto, ma anche speranza nel futuro.
Per il prossimo Natale, acquisteremo pochi, ma sentiti doni che sceglieremo con cura e amore, da destinare ad amici e parenti, a dimostrazione di tutta la nostra stima, e il nostro affetto per loro: oltre ogni retorica, vorremo dirgli di avere fiducia nella vita e nel futuro. Non è forse quello che ontologicamente ci trasmette da secoli la festa di Natale e che, in fin dei conti, vorremmo tutti trovare sotto il nostro albero di Natale?
Il video della settimana