Arriva dalla Cina in questi giorni una buona notizia nel campo della medicina: a 5 bambini è stato infatti ricostruito l’orecchio esterno partendo dalle loro stesse cellule messe in “coltura” in uno stampo tridimensionale ricavato dall’orecchio sano. L’aspetto particolare della notizia è proprio questo: fino ad oggi infatti si procedeva a questo tipo di ricostruzioni solo attraverso la chirurgia plastica tradizionale, usando quindi tessuti provenienti da altri soggetti che, seppur compatibili, presentavano comunque un rischio di rigetto.
La microtia dell’orecchio del bambino
Questo il nome della patologia di cui i 5 bambini che hanno preso parte alla sperimentazione erano affetti. La microtia è una patologia congenita che comporta, nel primo trimestre di gravidanza, il mancato sviluppo dell’orecchio esterno.
Sovente vi si associano una stenosi del condotto uditivo o, peggio, un vero e proprio mancato sviluppo dell’orecchio. Generalmente la microtia è monolaterale, cosa che ha permesso agli studiosi questa avveniristica sperimentazione.
La sperimentazione in aiuto ai bambini
Sebbene esistano da decenni pratiche di chirurgia plastica per risolvere la microtia, la sperimentazione cinese ha del prodigioso. Per la prima volta vengono usate cellule del bambino stesso, anche se questo nella comunità scientifica ha sollevato qualche perplessità, considerando che le cellule potrebbero essere affette dal medesimo difetto genetico di quelle mancanti. Comunque sia, l’utilizzo della stampante in 3D per “copiare” l’orecchio è davvero innovativa.
I bambini, tutti di età compresa tra i 6 e i 9 anni, a due anni e mezzo dall’intervento non presentano alcun tipo di problema. A noi non rimane che fare un plauso a questo temerario gruppo di ricercatori e chirurghi augurandoci che sia solo l’inizio di un nuovo e avventuroso viaggio attraverso i progressi della medicina che ci porterà sempre più verso la risoluzione di numerosi problemi dei bambini.
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Rosa Calefato