Fumare non significa solo mettere a rischio la propria salute, ma anche quella di chi ci sta intorno, soprattutto i bambini. Purtroppo, la malsana abitudine del fumo sembra non scoraggiare nemmeno le donne in stato di gravidanza, che a causa della loro condotta sembrano non rendersi conto del pericolo al quale espongono il feto e il futuro neonato.
Da anni ormai si sta combattendo su più fronti per far capire quali siano i danni provocati dal fumo, ma spesso ci si dimentica di dire che il fumo passivo è altrettanto nocivo, in particolare se a subirlo sono i bambini.
I bambini a rischio di fumo passivo
Si calcola che in Italia circa il 49% dei neonati e dei bambini in età prescolare sia figlio di un genitore fumatore, mentre il 12% ha addirittura entrambi i genitori che fumano.
Se a questo aggiungiamo che 1 donna su 5 fuma durante la gravidanza e che il 52% dei bambini fino ai 2 anni di età è esposto abitualmente al fumo passivo, si può facilmente immaginare che la situazione nel nostro paese è alquanto preoccupante.
Occorre quindi maggiore informazione sui danni provocati dal fumo passivo in modo da sensibilizzare sempre di più le persone che vivono con bambini o che in qualsiasi modo entrano in contatto con loro.
I rischi del fumo passivo per i bambini
Partendo dai danni al feto provocati dal fumo della mamma, possiamo dire che sono innumerevoli e si calcola che il 25% dei casi di morte del feto sia da ascrivere proprio al fumo. Secondo una ricerca condotta dall’Istituto di Ricerca contro il cancro di Heidelberg, in Germania, si è arrivati alla conclusione che se la donna smettesse di fumare entro la sedicesima settima di gestazione, si potrebbero evitare il 20% di morti bianche e il 25% di morti del feto.
Per le mamme fumatrici che invece riuscissero ad abbandonare la sigaretta entro la tredicesima settimana, il rischio di morte bianca o di morte fetale sarebbe del tutto identica a quella di una madre non fumatrice.
Oltre a quanto visto prima, il fumo passivo può provocare nei bambini che ne sono esposti, gravi danni alle vie respiratorie e l’insorgere di otiti medie, allergie e asma.
Chi invece è figlio di fumatori presenta molti più ricettori nicotinici a livello celebrale e la possibilità di sviluppare allergie. Proprio con riferimento alle allergie, secondo uno studio condotto dall’Università di Southampton in Gran Bretagna, si è scoperto che il rischio di contrarre allergie si protrae per diverse generazioni; chi per esempio ha una nonna fumatrice, rischia di sviluppare diverse forme di allergie rispetto a chi non ha fumatori nel proprio albero genealogico.
Il fumo passivo di “terza mano”
Non tutti sanno che esiste un fumo passivo di terza mano, ovvero quello che deriva dai residui tossici che il tabacco lascia su indumenti, tappetti, superfici o polveri, che poi vengono inalati dai bambini o assorbiti dalla pelle.
L’esposizione continua al fumo di terza mano può provocare iperattività, danni al fegato e ai polmoni, nonchè ritardare la guarigione di ferite. In conclusione, esistono tante buone ragioni per smettere di fumare e non solamente per la salute dei nostri bambini.
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Giuseppe Esposito
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Forte Angelo
👎
Io già lo so, infatti evito😔