C’erano una volta i papà ansiosi più delle stesse partorienti, quelli che si tenevano a debita distanza dalla sala parto e nell’attesa della nascita facevano su e giù per il corridoio dell’ospedale. E poi ci sono i papà che in sala parto non solo ci entrano, ma ballano, cantano e riprendono, magari per documentare l’evento in diretta sui social.
La tendenza non è nuova fra le celebrities e l’ultimo a cedere alla tentazione è stato Robbie Williams, che ha raccontato la nascita del suo secondo figlio in presa diretta su twitter e youtube.
Sotto lo sguardo divertito delle infermiere, il popolare cantante ha improvvisato una sorta di mini concerto casalingo, direttamente in corsia, con lo scopo di distrarre la moglie e renderle più sopportabile il travaglio. Mentre lei, Ayda Field, è immobile o piegata dai dolori, lui le tiene la mano, dorme accanto al suo letto e poi balla sulle energiche note della hit “Candy”.
Dall’arrivo in ospedale alle doglie, il momento della nascita cessa di essere privato e diventa pubblico: uno show familiare su cui è sempre acceso l’occhio dei social network, fra cinguettii in real time e video destinati a diventare virali. E se c’è chi pensa che il miracolo della nascita meriterebbe di essere vissuto con più riservatezza, per altri invece è un momento magico che va mostrato in tutta la sua naturalezza e – perché no – condiviso con i mezzi che la moderna tecnologia ci offre (di quest’idea anche la scrittrice e blogger americana Ruth Iorio, con la cronaca del suo travaglio via twitter).
Social o non social, ecco il dilemma. Ma, twitter a parte, un marito che vi sta affianco cantando e ballando durante il travaglio lo trovereste più simpatico o più fastidioso?
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