Leucemia infantile: primo caso di guarigione al mondo grazie all’immunoterapia protetta
All’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma è stato sperimentato con successo su un piccolo paziente un trattamento che, depurando il sangue dei soggetti colpiti dalla malattia, riduce sensibilmente i pericolosi effetti collaterali della CAR-T.
Un terapia innovativa contro gli effetti collaterali della CAR-T
In questi ultimi anni i tumori del sangue per i quali risulta inefficace la chemioterapia sono stati trattati con la CAR-T.
La tecnica prevede il prelievo dei linfociti T del paziente che vengono riprogrammati, messi in grado di riconoscere le cellule tumorali e re-infusi nel soggetto in cura.
Purtroppo, in circa un quarto di casi, la reazione infiammatoria prevista può assumere livelli rilevanti, sfuggire al controllo e sfociare nella sindrome da rilascio di chitochine che, nei casi più gravi, può condurre il paziente alla morte.
Fino ad oggi questa sindrome è stata affrontata con farmaci che, oltre a sopprimere il sistema immunitario, non sempre sono risultati efficaci per il controllo dello stato infiammatorio. Negli scorsi mesi presso i reparti di Terapia intensiva pediatrica Area Rossa e di Oncoematologia pediatrica del Bambino Gesù di Roma si è puntato a limitare questi gravi effetti collaterali senza, tuttavia, incidere sulla terapia genica.
Immunoterpia protetta per curare la leucemia infantile
Con successo è stato sperimentata l’immunoterapia protetta, un approccio basato su una rapida e selettiva purificazione del sangue.
La dottoressa Gabriella Bottari insieme ai colleghi, riferisce sulla rivista Critical Care Explorations il caso di un paziente quattordicenne sofferente per una grave forma di leucemia linfoblastica acuta, molto diffusa in età pediatrica e pronta a colpire annualmente in Italia circa 400 casi.
Il piccolo, colpito a una settimana di distanza dalla CAR-T dalla sindrome di rilascio chitochinico, è stato ricoverato in terapia intensiva pediatrica con una severa insufficienza respiratoria. Il paziente, trattato con la nuova tecnica della CAR-T in combinazione con l’emoperfusione extracorporea, è stato salvato e dimesso dalla terapia Intensiva Pediatrica nell’arco di 15 giorni.
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