Rosolia: sintomi e rischi per i bambini e in gravidanza

La rosolia è una malattia infettiva piuttosto contagiosa causata da un virus, il Rubella virus. Si trasmette principalmente per via aerea, attraverso le gocce di saliva espulse con tosse o starnuti, oppure da madre a figlio durante la gravidanza.

Rosolia: sintomi e possibili complicazioni

La rosolia, sebbene generalmente lieve nei bambini, può assumere sfumature preoccupanti se contratta in gravidanza. Per questo motivo, è fondamentale comprenderne appieno i sintomi e le potenziali complicazioni.

La rosolia fa parte delle malattie esantematiche, infatti il suo sintomo più caratteristico è l’esantema che si manifesta con piccole macchie rosa-rossastre che compaiono sul viso e si diffondono al resto del corpo, solitamente 14-21 giorni dopo l’infezione. L’eruzione cutanea dura in media 3-5 giorni, ma può persistere fino a una settimana.

Ecco i sintomi più frequenti:

  • Febbre: In genere lieve, non supera i 38°C, e si presenta nella fase iniziale dell’infezione.
  • Mal di testa, dolori articolari e muscolari: Sintomi comuni, possono manifestarsi con intensità variabile e durare alcuni giorni.
  • Congiuntivite: Infiammazione della mucosa oculare, provoca arrossamento, prurito e lacrimazione.
  • Linfonodi ingrossati: I più colpiti sono quelli del collo e dietro le orecchie, ma possono essere interessati anche altri distretti corporei.
  • Naso che cola: Un sintomo frequente, simile a quello del raffreddore.

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Le complicanze della rosolia, sintomi più seri in concomitanza con altre patologie, sono piuttosto rare e sono più facilmente gli adulti ad esserne colpiti:

  • Artriti e artralgie: infiammazioni delle articolazioni, più frequenti negli adulti.
  • Trombocitopenia: riduzione del numero di piastrine nel sangue.
  • Encefalite: infiammazione del cervello, rara ma grave.
  • Sindrome della rosolia congenita: se la madre contrae il virus durante la gravidanza, può trasmetterlo al feto, causando aborto spontaneo, morte intrauterina, malformazioni o anomalie funzionali, ritardo mentale.

Proprio per questo è importante informare le donne in gravidanza o in cerca di gravidanza dei potenziali rischi per il nascituro.

La diagnosi avviene tramite visita medica e analisi del sangue per la ricerca di anticorpi specifici contro il virus.

Cura e prevenzione della rosolia

Non esiste una cura specifica per la rosolia. Il trattamento mira ad alleviare i sintomi con farmaci antipiretici e antinfiammatori. Da segnalare che è meglio evitare la somministrazione dell’aspirina nei bambini sotto ai 12 anni di età, per il rischio di sviluppare la sindrome di Reye, un tipo di encefalopatia infantile, potenzialmente letale. In caso di complicazioni batteriche, come l’artrite o l’encefalite, è possibile la somministrazione di antibiotici.

Il vaccino è il metodo più efficace per prevenire la rosolia. Si tratta di un vaccino vivo attenuato, sicuro ed efficace, somministrato in due dosi: la prima tra i 12 e i 15 mesi di età, la seconda tra i 5 e i 6 anni. Fa parte dei vaccini obbligatori per i bambini in fascia 0-16, ed è raccomandata anche per gli adolescenti e gli adulti non vaccinati.

Rosolia in gravidanza: attenzione!

La rosolia contratta in gravidanza può avere gravi conseguenze per il feto, causando la sindrome della rosolia congenita. È importante che tutte le donne in età fertile verifichino il proprio stato vaccinale e, se necessario, si vaccinino prima di concepire.

La rosolia è una malattia endemica in tutto il mondo, con circa 100.000 casi all’anno nei Paesi in via di sviluppo.

Per questo negli anni passati la rosolia è stata inserita nel cosiddetto TORCH test, che solitamente monitora la presenza degli anticorpi per diverse malattie pericolose per la gravidanza:

  • T sta per Toxoplasma gondii, che causa la toxoplasmosi
  • O, cioè “others”,altre patologie tra cui sifilide, varicella herpes zoster, HIV, Coxsackie virus, Epstein-Barr virus, Parvovirus B19 e virus dell’epatite;
  • R, per la Rosolia;
  • C, per il Cytomegalovirus
  • H per l’Herpes simplex virus (HSV).

Ma anche grazie alla vaccinazione, l’incidenza della malattia è diminuita drasticamente nei Paesi sviluppati. In Italia, dal 2000 al 2016 i casi segnalati di rosolia sono passati da 2605 a 36. Proprio per questo un cambiamento importante è stato introdotto di recente negli esami di screening per le future mamme: a gennaio 2024 l‘Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha rivisto le Linee guida per la gravidanza fisiologica, eliminando lo screening per la rosolia nelle donne incinte.

Questo per due principali fattori: l’elevata copertura vaccinale tra le donne in età fertile e l‘eliminazione della rosolia come malattia endemica in Italia.

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