L’Epifania, tutte le feste porta via.
Nella generale tristezza per la fine delle festività natalizie e il ritorno al grigiore della quotidiana routine di mamme e lavoratrici, ecco che ci vengono incontro i negozianti, con le loro vetrine piene di scritte sgargianti e invitanti: saldi, ribassi, sconti e fuori tutto sono i più gettonati slogan che ci ricordano di non lasciarci sfuggire le grandi occasioni di svendita dell’inverno.
Resistere alla tentazione di portarci a casa i vestiti per il prossimo anno dei nostri bambini a metà prezzo è un’impresa, tuttavia per il bene del nostro portafoglio e per quello dell’ambiente dovremo riuscirci.
Infatti, sebbene le etichette dei vestiti indichino le età di riferimento, sappiamo bene come siano solo dei riferimenti approssimativi e che ogni bambino abbia una propria corporatura che, difficilmente, rientra nei parametri oggettivi: fra un anno, sebbene il nostro bambino avrà l’età anagrafica indicata sul talloncino per quel maglione, non è detto che gli calzerà a pennello.
Inoltre, come nei vestiti per adulti, le taglie, le stature e il peso indicato sull’etichetta non sono universalmente validi, ma un parametro discrezionale della maison: l’unico modo per sapere se quel capo andrà bene è provarlo nel momento stesso in cui il bimbo lo indosserà, non con un anno di anticipo.
I bambini, in particolare, seguono ritmi di crescita differenti: può darsi che riusciremo a vestirli con alcuni degli abiti dell’anno prima e, quindi, i nuovi vestiti rimarranno chiusi nell’armadio; ma può anche darsi che abbiano dei picchi di crescita in brevi periodi, saltando a piè pari una taglia di abbigliamento.
Dunque, per i prossimi saldi non lasciamoci convincere dalle lucine e dalle vetrine ammiccanti: prediligiamo acquisti consapevoli e non compulsivi, dando sempre precedenza alla qualità dei tessuti piuttosto che alla sola convenienza del capo.
Eviteremo acquisti inutili, poco sostenibili e un dispendio inutile di denaro.
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