Evitare lo spreco alimentare, quante volte ce lo siamo dette? Succede però che le offerte speciali del supermercato spesso ci fregano, spingendoci a mettere nel carrello più cibo del necessario, cibo che non riusciamo a consumare e che finiamo per buttar via una volta scaduto. Ma è possibile salvare qualcosa dalla spazzatura e mangiare degli alimenti che hanno superato la data di scadenza? Farlo può essere pericoloso per la nostra salute?
Cominciamo col dire che non tutte le scadenze sono uguali, alcune sono perentorie, altre solo “indicative”. Per capire la differenza basta imparare a leggere l’etichetta: la dicitura “da consumarsi entro”, presente su prodotti freschi e facilmente deperibili (come carne, uova, latte, formaggi freschi e yogurt), significa che bisogna attenersi scrupolosamente alla data di scadenza indicata; al contrario, l’espressione “da consumarsi preferibilmente entro” (apposta su cibi secchi e a lunga conservazione come pasta, biscotti e caffè) indica solo un termine di conservazione minimo, è insomma una data di scadenza orientativa, che può oscillare anche di alcuni mesi.
Dunque, alimenti secchi e inscatolati possono essere consumati anche alcuni mesi dopo la data di scadenza, sempre che siano stati conservati correttamente e che le confezioni siano integre: magari perderanno alcune delle proprietà nutritive e non avranno più il sapore e la fragranza originali, ma mangiarli non comporta rischi per la salute.
Nel caso del latte, è chiaro che la scadenza perentoria riguarda solo il fresco, mentre per quello a lunga conservazione i termini sono più elastici. Anche per i formaggi bisogna fare delle distinzioni: quelli stagionati si conservano bene anche dopo la scadenza e pur se si formano delle muffe basta tagliar via la parte contaminata e li si può mangiare; mentre per i formaggi freschi come la mozzarella, se proprio dobbiamo consumarli uno-due giorni dopo la scadenza almeno utilizziamoli in piatti che prevedono la cottura (pizza, verdure gratinate al forno, ecc.).
Un altro consiglio sempre valido è quello di fidarsi dei propri sensi: odore, sapore e aspetto del cibo non mentono e ci diranno immediatamente se quel che c’è in cucina è ancora commestibile o meno.
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