Nel 2012, attraverso delle immagini postate su Facebook, due donne senza alcun legame di parentela tra di loro hanno scoperto una incredibile somiglianza.
Con il successivo test del Dna, eseguito l’anno seguente, viene a galla il surreale scambio di culle avvenuto nell’ospedale di Canosa di Puglia 23 anni fa e che ha cambiato irrimediabilmente le loro vite. Ora la Regione è stata condannata al risarcimento di 500mila euro per l’errore.
La storia delle due bambine scambiate
Antonella e Lorena, questi i nomi delle due bambine, erano state scambiate nella culla al momento della nascita, avvenuta in un ospedale di Canosa di Puglia che all’epoca del fatto era gestito dalla Regione.
Nel 2012, guardando delle foto su Facebook, è stata notata la somiglianza straordinaria di Antonella con la madre di Lorena e questo ha portato ad un successivo esame del DNA che ha confermato lo scambio avvenuto nella nursery.
Antonella si è quindi rivolta al Tribunale di Trani che dopo l’esame del caso ha riconosciuto un risarcimento sia a lei che alla famiglia naturale, con la motivazione della negazione degli affetti familiari.
In totale il risarcimento concesso dal Tribunale di Trani è pari a 1 milione di Euro, con circa mezzo milione alla stessa Antonella, una cifra che è molto distante da quella che la donna aveva chiesto e che ammontava a 3 milioni di euro. Proprio la dipendenza dell’ospedale dalla Regione ha escluso invece risarcimenti da parte delle Asl Bari e di Barletta-Andria-Trani, che erano stati chiamati in giudizio.
Due donne : due vite irrimediabilmente cambiate
Lo scambio in culla ha portato a vite completamente diverse per le due donne, con Antonella che è stata data in adozione dopo essere stata in un istituto e i maltrattamenti da parte del padre.
Anche la vita di Lorena non è stata delle migliori, con diversi contrasti con i genitori, ma certamente non ha avuto i gravi problemi di Antonella. Lo scambio tra le due neonate, secondo quanto accertato, era avvenuto dato che nessuna aveva il braccialetto che viene applicato dopo il parto e questo ha causato l’errore.
Il video della settimana