Quando un bimbo disegna, oppure prova a “scarabocchiare” qualcosa, c’è sempre una gran curiosità di scoprire il significato di ciò che ha voluto rappresentare.
Non tutti sanno che, in realtà, questi scarabocchi non sempre vogliono trasmettere un messaggio, ma semplicemente il desiderio di esplorare i propri movimenti.
La differenza tra scarabocchi in libertà e disegni
Nel periodo che riguarda l’infanzia, dunque, non è opportuno parlare di disegni, quanto invece di “attività grafica” ed essa sorge sempre in maniera spontanea.
Tale attività è fondamentale per lo sviluppo cognitivo, motorio ed emotivo dei piccoli, rappresentando la loro prima esperienza sensoriale e percettiva in relazione al proprio corpo.
Inizialmente, i bimbi hanno il desiderio di esplorare lo spazio con i movimenti delle mani, senza avere l’intenzione di creare un disegno; le tracce visive, dunque, sono il risultato di un piacere motorio intrinseco.
Solo in seguito, l’attenzione si sposta verso la creazione di un disegno vero e proprio, accompagnata dal desiderio di lasciare una testimonianza tangibile della propria esistenza nel mondo esterno.
Quando e in quale modo i bambini rappresentano gli scarabocchi?
Generalmente, i bambini iniziano a voler disegnare forme astratte tra i 24 e i 36 mesi di vita, cominciando a muovere le dita nella sabbia o su un vetro appannato.
Bisogna specificare, però, che non c’è una regola che vale per tutti, in quanto ogni bimbo è a sé e quindi non occorre allarmarsi se qualcuno di loro inizia ad approcciarsi più tardi a queste attività.
Nella prima fase, il bambino crea scarabocchi disordinati e casuali, tracciando segni sulla carta senza uno scopo specifico e spesso non guardando attentamente.
La sua attenzione è principalmente rivolta al movimento stesso, piuttosto che al risultato visivo.
Con il tempo, il bambino inizia a notare una connessione tra i suoi movimenti, i segni che crea e ciò che appare sul foglio.
Successivamente, il piccolo passa alla fase dello “scarabocchio controllato o ordinato”, dove inizia a variare consapevolmente i suoi movimenti e ad avere un maggiore controllo sulle tracce che lascia.
In una terza fase, tra questi “segni zigzaganti”, emerge la comparsa di forme circolari.
Tali cerchi non sono creati per rappresentare una semplice rotondità, ma piuttosto rappresentano un confine tra il bambino e il mondo circostante. Solitamente, questa fase si manifesta intorno ai tre anni, ovvero quando il bambino ha raggiunto un certo sviluppo emotivo.
Scarabocchi dei bambini: come interpretarli?
Come abbiamo accennato in precedenza, nei primi anni del bambino, ogni suo tentativo di creare scarabocchi oppure abbozzare qualche figura reale o astratta non deve essere necessariamente oggetto di interpretazione.
Un aspetto molto importante è quello di non porre limiti alla sua immaginazione e, soprattutto, non condizionarlo se preferisce utilizzare colori scuri; di certo non vuol dire che è depresso e magari è indice del fatto che egli preferisce far risaltare meglio le figure che rappresenta sul foglio di carta bianco.
Quindi, in questa fase dell’infanzia è fondamentale incentivare la creatività, ma non insistere sul fargli riprodurre fedelmente determinate forme.
Molto utile, invece, è concedergli a casa una zona in cui possa disegnare, scarabocchiare e sporcarsi in totale libertà, mettendogli a disposizione tutti i materiali di cui potrebbe necessitare.
Infine, è altamente benefico dedicare del tempo a creare disegni insieme al proprio bimbo, incoraggiando la libertà e l’esplorazione nell’atto creativo.
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