Scegliere il nome del proprio bambino è emozionante e complicato al tempo stesso. Spesso, la propria preferenza è chiara sin dai primi mesi di gravidanza. Altre volte, la questione non si pone perché si è determinati a omaggiare un parente donando al nascituro il suo nome.
Nella stragrande maggioranza dei casi, però, i futuri genitori si armano di libri dedicati e di lunghe liste di possibilità, per cercare un’ispirazione e trovare il nome perfetto per il piccolo in arrivo.
Qualunque sia il modo in cui si arriva alla scelta, è innegabile che l’universo dei nomi sia vasto e ricco di tendenze. In questo articolo, parleremo di un fenomeno molto singolare, cioè la tendenza dei genitori a optare per nomi più creativi e innovativi quando aspettano una bimba e per nomi appartenenti alla tradizione quando la lunga attesa regalerà un maschietto.
Nomi più creativi per le femmine in Italia e nel mondo: perché?
Osservando forum, social e conversazioni online emerge chiaramente come i genitori siano più propensi a sperimentare con i nomi femminili rispetto a quelli maschili.
Se analizziamo le tradizioni popolari italiane, questa tendenza può trovare una spiegazione nell’usanza di tramandare il nome del primogenito maschio, di generazione in generazione. Tuttavia, ciò che sorprende, è che questo trend trovi un riscontro in tutto il mondo, persino in America, dove – dalla fine del 1800 – William, Joseph, John e James sono stati i nomi più in voga e restano tutt’ora tra i più diffusi. Questo successo, per le femmine, è stato eguagliato solo dal nome Elizabeth.
I dati confermano la situazione appena descritta. Osservando i nomi documentati dalla Social Security Administration sul territorio americano, è emerso che sempre meno neonate ricevono un nome tra i 50 più diffusi, rispetto al totale dei maschi. Si evince dunque che, anche in America, i genitori siano più propensi ad allontanarsi dalla tradizione, quando sono in attesa di una bimba.
Secondo i dati appena citati, la creatività dei genitori, inoltre, non si esprime unicamente nella scelta del nome ma anche nella sua ortografia. In America, l’esempio più calzante è quello di Madeline, registrato in almeno 5 modalità diverse presso le anagrafi locali.
La scelta dei nomi per i nascituri: cosa dicono gli esperti
Interrogati sull’argomento, i sociologi americani hanno evidenziato come sui nascituri di sesso maschile gravino ancora oggi aspettative e timori maggiori. Cosa spaventa i genitori dunque?
Certamente, la possibilità che il proprio figlio venga schernito per avere un nome singolare o dalle sonorità ambigue, per esempio. È il cosiddetto “playground effect” cioè la tendenza a mettere il proprio piccolo al riparo dal bullismo preventivamente e quindi optare per nomi standard, più difficili da ridicolizzare.
Questo accade meno nel caso delle bimbe, per le quali con maggiore spensieratezza si scelgono nomi stravaganti e anche caratterizzati da sonorità maschili.
Quel che è certo è che, seppur in maniera nettamente inferiore, anche per i maschietti siano emersi via via nomi più creativi, negli ultimi anni. Certamente, il dilagare dei social ha creato grande contaminazione e ha abbattuto numerose barriere.
In virtù di questo segnale incoraggiante, gli studiosi si dicono ottimisti in merito al superamento dei pregiudizi che tuttora gravano sull’universo maschile, sin dalla gravidanza.
C’è da aspettarsi, dunque, che i genitori – nel prossimo futuro – diventino più creativi anche con i nomi dei loro bambini, archiviando tradizioni antiche e timori.
Ad oggi, tuttavia, le bambine mantengono il primato – a livello planetario – in termini di nomi originali.
Le ragioni, da ricercarsi nella tradizione e nell’approccio cauto e timoroso, sembrano destinate via via ad essere superate, a favore di un futuro più equo, dove la ricerca di originalità e sperimentazione riguarderà in egual misura entrambi i sessi.
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