Se anche voi avete sempre sentito dire che per scaricare lo stress e recuperare l’armonia con il proprio corpo era necessario sudare in palestra o correre per chilometri, preparatevi a cambiare idea: il corpo non va stressato, tantomeno addestrato alla fatica o piegato a inutili sforzi; quel che conta, invece, è ascoltarlo. È su questi presupposti che si fonda il metodo dell’antiginnastica, sperimentato già a partire dagli anni ’70 in Francia e conosciuto in Italia grazie al libro “Guarire con l’antiginnastica” di Thérèse Bertherat, la cinesiterapeuta cui si deve l’ideazione del metodo.
L’attenzione e la curiosità sul tema dell’antiginnastica si riaccendono in questo periodo in concomitanza con la “Settimana dell’antiginnastica”, in programma dal 21 al 28 settembre, con lezioni gratuite in diversi centri specializzati sparsi in tutta Italia (per trovare quello più vicino cercate qui).
Ma cos’è precisamente l’antiginnastica? Di certo non un elogio alla pigrizia. Quest’alternativa alla ginnastica tradizionale si fonda invece sull’arte di ascoltare il corpo, per individuare i nodi muscolari da cui hanno origine i blocchi e successivamente scioglierli grazie a movimenti semplici ma capaci di agire sui muscoli in profondità.
Tirar fuori la lingua, roteare gli occhi, tendere le dita dei piedi e far lavorare muscoli e articolazioni usando piccoli attrezzi come palline di sughero, bastoni di legno o cuscinetti imbottiti con miglio e farro sono gesti all’apparenza superficiali, che in realtà ci permettono di conoscere meglio il nostro corpo, riscoprendone i ritmi.
Non forzare ma ascoltare: il segreto dell’antiginnastica è tutto qui. E a giovarne sono il tono muscolare, la coordinazione ma anche la psiche, perché un corpo più vitale ci rende più ottimiste e ci aiuta a liberarci dallo stress.
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