19 marzo 2024 –
Scoppia la polemica a Milano: il Preside dell’istituto ha annunciato che la scuola chiuderà in occasione della festa di fine Ramadan, il 10 aprile, una celebrazione molto importante per i musulmani e che segna la fine del mese sacro di digiuno.
La motivazione dietro questa scelta è legata alla presenza di una percentuale considerevole di studenti stranieri all’interno dell’istituto, precisamente il 43%, molti dei quali probabilmente celebrano il Ramadan.
La scuola chiude per la fine del Ramadan: è polemica
Un istituto di Pioltello (MI), intitolato IQBAL Masih, con diversi plessi tra scuola dell’infanzia, scuola primaria e secondaria, quest’anno ha deciso di aggiungere un giorno di chiusura anche per la festa della fine del Ramadan.
È subito scoppiata la polemica sui social e da parte degli esponenti politici conservatori, ma a quanto pare la scelta dell’Istituto è condivisa con la maggior parte delle famiglie: infatti circa il 43% degli studenti è di origine straniera e negli anni passati si era già osservato un tasso elevatissimo di assenteismo proprio in occasione di questa festa.
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Il giorno di fine Ramadan, l’Eid al Fitr, è infatti un giorno di festa molto importante per i musulmani, perché segna la fine del mese di digiuno e spesso le famiglie tengono i ragazzi a casa proprio in occasione di questa festa.
Come ha spiegato anche il preside Alessandro Fanfoni, la scuola di Pioltello si trova in una zona dove circa il 26% della popolazione è di origine straniera:
“I bambini di fede islamica sono la maggioranza e nonostante le linee guida sull’inclusione consiglino di formare classi con non più del 30% di stranieri, noi arriviamo al 43% perché questa è la nostra utenza. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a questi numeri e alla realtà”.
La scuola chiude per un giorno: una scelta condivisa
La decisione di fare un giorno di chiusura era stata anche votata lo scorso maggio dal Consiglio d’Istituto della scuola, composto da genitori, docenti e personale non docente.
Per compensare questa chiusura, la scuola aveva infatti anticipato l’inizio delle lezioni di un giorno, assicurando così che il calendario scolastico rimanga invariato in termini di giorni di istruzione. “Abbiamo anticipato di un giorno l’inizio delle lezioni per garantire a tutti gli stessi diritti” ha dichiarato il dirigente scolastico.
Bisogna forse solo ammirare una dirigenza scolastica che lavora per l’inclusione scolastica, tramite corsi di alfabetizzazione, e tramite un dialogo aperto con le famiglie.
Questa decisione appare quindi come il semplice tentativo di garantire a tutti gli studenti gli stessi diritti e opportunità, indipendentemente dalla loro provenienza culturale o religiosa.
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