Trascorrere dei giorni, delle settimane o dei mesi in ospedale è un’esperienza difficile per chiunque, figuriamoci per un bambino che, dal suo ambiente domestico e dalla sua rete di amicizie e conoscenze, viene catapultato in un mondo totalmente differente. I reparti pediatrici rendono l’ambiente più confortevole con pareti colorate, sale giochi, attività ludiche e anche scolastiche.
Sono sempre di più le strutture ospedaliere che al loro interno ospitano una vera e propria scuola, con personale docente che possa seguire i piccoli ricoverati, di età compresa dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di I grado.
Proprio come fra i banchi, anche se in pigiama, si tengono lezioni, spiegazioni ed esercitazioni. Il diritto allo studio e all’istruzione, quindi, non viene limitato dalla malattia, ma viene garantito a prescindere dalla condizione in cui il bambino si venga a trovare.
Se è importante l’aspetto educativo e scolastico, non sarà da meno quello psicologico e relativo al benessere dei più piccoli: continuando con la routine, anche nelle mura ospedaliere, il bambino ricrea una vita “normale”, fatta di giochi e attività ricreative, ma anche di studio e apprendimento, senza rendere troppo profondo il divario quando sarà ora di tornare insieme ai suoi compagni.
I programmi vengono diversificati a seconda del periodo di degeneza dei pazienti: per i brevi e medio degenti le tematiche sono più modulari e circoscritte, mentre per i lungo degenti vengono definiti percorsi quanto più in linea con la scuola di appartenenza.
Per tutti, comunque, la scuola in ospedale rappresenta un momento non solo di crescita intellettuale e formativa, ma anche un momento in cui flebo ed esami, medici e infermieri cedono il passo a quella che per i bambini è la loro professione: imparare, esprimersi e confrontarsi con una persona che li aiuti a comprendere il mondo circostante.
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