Il rientro al lavoro dopo la maternità è già di per sé un evento stressante per una mamma, che deve lasciare per la prima volta il suo bambino in compagnia con qualcun altro.
Come se non bastasse, poi, ci sono i consigli non richiesti: “Meglio assumere una tata!”
“Che problema c’è? Ci sono i nonni!”
“L’asilo nido è la soluzione migliore, gli insegna a socializzare!”
E voi, sballottate da una parte e dall’altra, non sapete letteralmente che pesci pigliare… L’asilo nido sembra la soluzione più sensibile, ma, a voi, l’idea di lasciarlo così tante ore al giorno in una struttura non va tanto.
Non fatevene un cruccio. Per fortuna oggi, per i bimbi nella fascia di età da 0 a 3 anni, ci sono delle soluzioni alternative all’asilo nido tradizionale.
Quali sono le differenze?
Mentre all’asilo nido il bimbo trascorre buona parte della sua giornata lontano da casa, e anche tutto quello che riguarda il suo accudimento viene demandato alle educatrici, nelle strutture che offrono servizi alternativi i bambini si fermano per meno tempo, e questi compiti restano ai familiari del piccolo (cambio del pannolino, pappa, nanna …).
Il fatto di trascorrere meno ore nella struttura, con le educatrici che non devono occuparsi anche degli aspetti “pratici” dell’accudimento, fà sì che ci sia più tempo da dedicare alla formazione, anche sociale, e al gioco del bambino.
Tante attività semplici e mirate, adatte ai più piccoli.
Gli orari ridotti previsti da queste strutture, che offrono anche una maggiore flessibilità nella frequenza, inoltre, consentono al bambino di socializzare adattandosi in maniera più graduale al distacco dall’ambiente familiare.
E la sicurezza?
Un servizio alternativo all’asilo nido deve garantire gli stessi standard della struttura tradizionale, con ambienti a misura di bambino, puliti, ampi e luminosi, ed educatori qualificati.
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