Si fa bocciare perché vuole cambiare la scuola scelta dai genitori

17 giugno 2024 –

Una vicenda singolare durante gli scrutini di fine anno di un Liceo di Roma ha attirato l’attenzione della stampa. Uno studente ha fatto di tutto per farsi bocciare al primo anno di liceo, perché vuole fare l’istituto tecnico e non il liceo, come hanno deciso i suoi genitori.

La scelta dello studente: smettere di studiare per cambiare indirizzo

Cristina Costarelli, dirigente scolastica e presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio, ha raccontato su Facebook la storia di uno studente che ha fatto di tutto per essere bocciato, con l’obiettivo di cambiare scuola e frequentare un istituto tecnico.

Il protagonista di questa storia è un alunno che ha smesso volontariamente di studiare, sperando che una bocciatura gli avrebbe permesso di iscriversi all’istituto tecnico industriale, la sua vera aspirazione.

Infatti, secondo i suoi insegnanti il suo caso si può riassumere così:

“…è un ragazzo intelligente, ma ha deciso volontariamente di non studiare perché vuole fare l’istituto tecnico industriale mentre i genitori lo hanno costretto a iscriversi al liceo. Secondo lui farsi bocciare è l’unica strada per far cambiare loro idea”.

Questa decisione estrema è quindi nata dal desiderio di seguire un altro percorso, più in linea con le sue passioni e capacità, e in netto contrasto con la volontà dei genitori che lo avevano spinto verso un indirizzo liceale. Questo caso mette in luce un conflitto tra le aspirazioni personali degli studenti e le aspettative familiari, spesso basate su pregiudizi culturali e sociali.

Le pressioni dei genitori e le conseguenze sui ragazzi

Infatti, secondo la dirigente Costarelli, la storia dello studente non è un caso isolato. Un altro esempio recente riguarda una studentessa del terzo anno che ha adottato la stessa strategia per convincere i genitori a permetterle di frequentare un istituto alberghiero.

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Questi episodi riflettono una realtà più ampia, in cui molti studenti sono costretti a frequentare indirizzi scolastici che non hanno scelto, a causa delle pressioni genitoriali. Questo fenomeno è sintomatico di una società che spesso considera il liceo come il percorso educativo più prestigioso, trascurando le potenzialità e le soddisfazioni che possono derivare da istituti tecnici e professionali.

L’orientamento scolastico e la necessità di un cambiamento culturale

Questo caso fa riemergere la necessità di rivedere l’approccio all’orientamento scolastico. Dovrebbe essere cruciale rispettare le inclinazioni naturali dei ragazzi e sostenerli nelle loro scelte, piuttosto che imporre percorsi basati su preconcetti e aspettative familiari. Costarelli ha evidenziato che gli studenti degli istituti tecnici e professionali spesso mostrano una maggiore soddisfazione e migliori prospettive occupazionali rispetto ai loro coetanei liceali.

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Bisognerebbe anche superare il pregiudizio culturale che vede il liceo (e poi la laurea) come l’unica strada per il successo. I dati dimostrano che gli studenti dei tecnici e dei professionali hanno non solo una maggiore soddisfazione personale, ma anche migliori opportunità lavorative. “I genitori devono comprendere che ogni percorso scolastico ha il suo valore e che la vera realizzazione dei figli passa per la possibilità di seguire le proprie passioni“, ha dichiarato Costarelli. “Ho assistito a numerosi casi in cui gli studenti imploravano in lacrime i loro genitori di poter seguire il loro vero interesse, solo per essere ignorati“.

Questo caso mette in luce la necessità di un approccio più aperto e flessibile all’orientamento scolastico, che tenga conto delle aspirazioni e delle capacità individuali degli studenti. È fondamentale che le famiglie comprendano l’importanza di supportare i propri figli nelle loro scelte educative, rispettando le loro inclinazioni e contribuendo così alla loro realizzazione personale e professionale.

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