E’ possibile raccontare in un breve cortometraggio la relazione di una donna con il suo corpo, partendo dalla spensierata infanzia e arrivando alla più avanzata età, e trasmettere gli stati d’animo della donna nelle varie stagioni della vita?
Un progetto certamente non facile, ma l’artista Celia Bullwinkel ci è riuscita, egregiamente, producendo un bel cortometraggio di 4 minuti circa in cui ha racchiuso l’esistenza di una donna qualsiasi, narrandola come una passeggiata.
Piccola e spensierata, una bambina corre incontro alla vita, e – fra un gioco e l’altro – imita i modelli proposti dalla pubblicità per scherzo, salvo trovarsi improvvisamente una ragazzina, nel cui corpo non si riconosce più: impacciata e imbarazzata, il suo unico scopo è passare inosservata agli occhi del mondo.
In breve tempo, però accetta le sue nuove forme e, fra gli sguardi compiaciuti degli uomini che le passano accanto, la sua vita corre fino a scontrarsi letteralmente con l’amore, inaugurando una nuova stagione della vita, quella della maternità, che oltre al fisico sconvolge anche la sua esistenza.
Indaffarata nella cura del bambino, il tempo vola e in pochi anni, quando il figlio è ormai autonomo, si ritrova a fare i conti con un fisico invecchiato e deformato, incapace di reggere i ritmi di un’attività sportiva.
Poco attraente e snobbata dai passanti, la protagonista si veste di ridicolo con abiti succinti e poco adatti al suo corpo di donna adulta pur di racimolare qualche sguardo, ma l’impresa fallisce.
La vecchiaia avanza velocemente e, quando la sua presenza nel mondo sembra inutile, ecco che la crescita della nipotina le dona nuova linfa: in veste di guida, la conduce sapientemente fino all’adolescenza, quando la ragazzina è ormai pronta per muoversi da sola nel mondo, riconoscente dell’aiuto ricevuto. Finalmente, sul volto della donna uno sorriso di soddisfazione.
Un video tenero e riflessivo che chiama ognuna di noi a immedesimarsi nel percorso della donna e a riflettere sui suoi errori, per evitare di commetterli anche noi: accettare il tempo che passa e adeguare il nostro ruolo alla relativa stagione della vita, sembra suggerire l’Autrice, è l’unica soluzione per rendere la nostra esistenza utile e mettere a frutto la nostra esperienza.
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Franck Müller