Negli ultimi giorni si è fatta sempre più forte una tesi secondo la quale, in base alle ultime statistiche, pare esserci un collegamento fra Sindrome di Kawasaki e Coronavirus nei bambini.
Occorre però, come sempre in questi casi, capire meglio la situazione per poter dare il giusto peso a ciò che leggiamo.
La Sindrome di Kawasaki
La Sindrome di Kawasaki colpisce principalmente i bambini e riguarda il sistema vascolare. Più precisamente questa malattia provoca infiammazioni e gonfiori ai vasi sanguigni, in particolare alle arterie coronarie.
I sintomi iniziali o appartenenti alle forme più lievi sono febbre alta prolungata, eruzioni cutanee, pelle gonfia soprattutto su mani e piedi, lingua ingrossata e linfonodi gonfi nel collo.
In una fase particolarmente acuta si può arrivare ad avere desquamazioni sulla pelle di mani e piedi, vomito, diarrea e dolori articolari.
È bene tener presente che la Sindrome di Kawasaki dopo aver manifestato la sua fase più acuta regredisce in maniera molto graduale, talvolta servono anche otto settimane per guarire del tutto.
La cura per la Sindrome di Kawasaki
La malattia di Kawasaki è curabile e di solito si riesce a superarla senza particolari problemi.
È di fondamentale importanza individuare in tempo la diagnosi ed iniziare un preciso trattamento entro 7/10 giorni dall’inizio della malattia. Prima si agisce e più si riduce il rischio di riportare danni permanenti.
La Sindrome di Kawasaki rappresenta una delle rare eccezioni alla regola generale di non somministrare aspirina ai bambini.
Il trattamento infatti prevede una terapia fatta associando immunoglubine e aspirina.
Il collegamento fra Coronavirus e Sindrome di Kawasaki
I media stanno dando tanto spazio alla notizia che vede collegare il Coronavirus alla Sindrome di Kawasaki nei bambini. In Italia e non solo, infatti, si stanno riscontrando alcuni casi di bambini con la Sindrome di Kawasaki che risultano allo stesso tempo anche positivi al Coronavirus.
Angelo Ravalli, segretario del Gruppo di Studio di Reumatologia presso la Società Italiana di Pediatria, ha per primo dichiarato che anche alla luce di questa preoccupante statistica non è ancora chiaro se il Coronavirus sia direttamente coinvolto nello sviluppo della malattia di Kawasaki.
Fra le dichiarazioni più importanti troviamo anche quella di Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria, componente anche del comitato tecnico scientifico su Covid-19, il quale ha evidenziato come ci sia stato un aumento di casi di Sindrome di Kawasaki proprio nella zona di Bergamo. Anche lui però precisa che ancora nulla è dimostrato circa il nesso fra le due problematiche.
Alla luce degli sviluppi si ribadisce l’importanza di recarsi in ospedale al comparire di febbre alta, gonfiore a mani e piedi e presenza di linfonodi ingrossati.
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