Nonostante nell’ultimo periodo l’attenzione dei media internazionali su quanto accade in Siria sia calata, nel Paese mediorientale è in atto una vera e propria emergenza umanitaria e l’Unicef ha lanciato un appello per salvare la vita di migliaia di bambini in fuga con le loro famiglie.
Appello dell’Unicef per la Siria
I dati comunicati negli ultimi giorni parlano di quasi 180mila persone in fuga, di cui almeno la metà dovrebbero essere bambini, eppure la tragedia che si sta consumando in Siria trova ultimamente poco spazio nelle scalette dei telegiornali e sulle prime pagine dei quotidiani.
Per questo motivo l’Unicef (il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia) ha pubblicato un appello, spiegando che tantissimi minori in fuga dalle zone di guerra si trovano senza alcuna assistenza sanitaria.
Una vera e propria emergenza che è stata acuita dall’impossibilità da parte di associazioni internazionali e Ong di portare loro aiuto, distribuendo viveri e prestando anche un’assistenza medica minima.
In alcuni casi, stando a testimonianze degli operatori sul campo, gli aiuti alla popolazione siriana vengono deliberatamente ostacolati.
“Non si neghi l’assistenza umanitaria”
Nel suo appello, l’Unicef ricorda la triste vicenda di Alì, un ragazzino di 16 anni morto per malnutrizione e la cui vita avrebbe potuto essere salvata: ma il suo caso è solo una goccia nel mare di una emergenza che, tuttavia, per alcuni governi non sembra essere una priorità ma, come si legge nel comunicato, “solo mero oggetto di negoziati”.
L’organizzazione ricorda anche come negare l’assistenza umanitaria ai più piccoli rappresenti una delle sei gravi violazioni dei diritti dei bambini, secondo le priorità del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e per questo motivo chiede che non solo a quei 90mila in fuga ma a tutti e sei i milioni di bambini siriani sia concesso di avere cibo e medicinali senza alcuna restrizione e indipendentemente da quale zona del Paese si trovino.
Dunque, per questo motivo, nel suo appello l’Unicef si rivolge direttamente agli Stati Membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché facciano pressione non solo sul Governo guidato da Bashar al-Assad ma anche sulle altre parti in causa in una guerra che oramai si protrae da anni e, ben lontana da una soluzione, continua a mietere soprattutto vittime innocenti.
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