Inutile negarlo: ormai i social network fanno ampiamente parte della nostra quotidianità. Si tratta di strumenti che si sono rivelati fondamentali per comunicare con i nostri cari, soprattutto durante l’emergenza epidemiologica che stiamo vivendo.
Whatsapp, Instagram, Facebook ci consentono di videochiamare i nostri affetti, condividere foto e video con parenti ed amici, insomma, di “accorciare” le distanze. La loro utilità è indubbia e anche i più anziani, se magari prima si mostravano scettici circa l’utilizzo di queste piattaforme, oggi si sono trovati costretti a fare i conti con esse, per poter vedere figli e nipoti anche se solo davanti uno schermo.
Tuttavia, con la crescita dell’uso dei social è proporzionalmente aumentato di pari passo anche l’abuso di essi: non occorre faticare troppo per leggere dei commenti carichi di odio, da far inorridire.
Social network: il bisogno di “esserci”
A tal proposito, alla luce delle statistiche effettuate circa l’utilizzo dello smartphone, nonché dei preoccupanti dati emergenti, alcuni anni fa i ricercatori davano un nome all’ansia da social network: F.o.M.O., acronimo di Fear of Missing Out, che tradotto significa la paura di perdersi qualcosa.
L’impressione di restare esclusi genera panico. In altri termini, è la sensazione che qualunque cosa tu stia facendo, c’è sempre qualcosa di più interessante da qualche altra parte, o anche, in parole povere “la consapevolezza che qualsiasi cosa ordini, il piatto del tuo commensale ti sembrerà molto più buono del tuo“.
Fondamentalmente proprio su questo si basano i social: condividere ciò che di bello ci succede. Ma bisogna fare attenzione a non esagerare.
Un utilizzo patologico dei social può portare all’esigenza di dover condividere ogni cosa: il piatto di pasta, il tramonto, il mare. Si scatta la foto e si condivide, rendendo l’immagine il più “social” possibile, accompagnata da varie frasi o hashtag che descrivono quanto il momento sia fantastico. Ma ce lo stiamo davvero godendo quel momento? È questo il problema principale: online le vite sembrano tutte perfette, idilliache, ma la realtà è ben diversa.
Mamme social: le fasi
Anche le mamme non sono immuni a questo tranello, anzi, oggi sono molte le mamme che hanno intrapreso la carriera di blogger (o aspiranti tali), provando ad esternare e condividere tutti i momenti della quotidianità familiare e mostrando quanto sia bello essere mamma, h24.
Be’, diciamocela tutta: chi è mamma sa perfettamente che non è così. Quelle immagini che ritraggono mamme sempre sorridenti, accompagnate da didascalie semipoetiche, illudono. Fidatevi, ve lo dice una mamma che a volte cade anche lei nel tranello.
Partiamo dalla gravidanza. Nella maggior parte delle donne il primo trimestre è caratterizzato da nausee spesso accompagnati da episodi di vomito, e questi fenomeni spesso di ripresentano anche nell’ultimo trimestre. Il periodo migliore è quello intorno al quinto, sesto mese, dove la futura mamma mostra la rotondità del pancino ed è nel pieno delle sue energie. Ma più si avvicina al traguardo, più aumenta la stanchezza: gambe gonfie, piedi che sono sul punto di esplodere, affaticamento, sono storia ben nota. Ma nonostante questo la mamma social tenta di recuperare le sue forze, sfoggia un vestito aderente che evidenzia il pancino ed è pronta a postare la foto in cui mostra al mondo la sua dolce attesa. Ed è vero che la gravidanza è un momento magico, non c’è niente di più affascinante al mondo di una donna che custodisce dentro di sé un’altra vita, ma non dimenticate tutti gli inconvenienti che la circondano.
A seguire, c’è l’evento della nascita: questo è un momento in cui non solo la donna, ma anche amici e parenti decidono di sbizzarrirsi, tanto mica hanno partorito loro, non hanno subito loro ore ed ore di travaglio o un’operazione cesarea. E quindi vai con le classiche foto della culla da ospedale, il pulcino dove viene indicato nome del bambino, peso e giorno di nascita, insomma chi più ne ha più ne metta. Il dolore del parto non può essere neppure lontanamente immaginato, non a caso diversi studi hanno rivelato che le donne tendono a dimenticarlo dopo un po’. Personalmente, con i racconti del parto, ho terrorizzato tutti gli amici e parenti che sono venuti a trovarmi in ospedale. Ma tutto questo viene superato da quel piccolo mostriciattolo che ne è venuto fuori e, naturalmente, dalle foto di rito che accompagnano questo lieto evento.
Terzo ed ultimo momento, ma anche quello più lungo: la vita della mamma. Dal momento in cui torni a casa con il tuo pargoletto realizzi finalmente di essere mamma e che lo sarai per tutta la vita. Non puoi prenderti una pausa dal fare la mamma: sei mamma 365 giorno l’anno, 24 ore su 24, ora che lui è neonato e che ha sempre bisogno di te, ma anche quando lui crescerà e sarà indipendente. Essere mamma richiede un impegno costante, energia continua, sacrifici. Tutto questo naturalmente non sarà visibile sulla tua pagina social, che si limiterà ad immortalare i momenti felici e la tua immagine di mamma sempre radiosa insieme alle foto del tuo cucciolo super tenero (non è social mostrare il pannolino sporco di cacca, né tantomeno postare video di pianti o di nottate svegli).
Ma va bene così. È giusto concederci momenti di pausa dalla vera routine di mamma, così come è giusto immortalare e condividere i momenti dei nostri bimbi, che non rimarranno piccoli a lungo.
Con la giusta consapevolezza che non tutto quello che c’è dietro viene ostentato sui social, e che nei momenti più belli saremo sempre troppo impegnati a sorridere piuttosto che a scattare una fotografia.
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