In Gran Bretagna, Channel 4, aveva trasmesso, una docuserie dal titolo “Ragazzi e ragazzi da soli” riportando un esperimento sociale davvero singolare.
Lo scopo era quello di lasciare da soli in una casa due gruppi di bambini : 10 ragazzi e 10 ragazze, di età compresa tra gli 11 e 12 anni, senza alcuna sorveglianza da parte degli adulti.
Nell’era voyeuristica del Grande Fratello non poteva mancare l’esperimento sociale portato al limite : lasciare dei ragazzini soli in casa per 5 giorni e vedere cosa combinano.
La prima puntata che è stata trasmessa dal canale, intitolata “Boys Alone” vedeva per l’appunto protagonisti i ragazzi.
I giovani avevano a disposizione rifornimenti di cibo e una grande varietà di giochi, libri e colori per l’intrattenimento.
Una troupe televisiva aveva il compito di riprenderli durante la giornata, ma con l’obbligo di non intervenire a meno che non ci fossero stati problemi di sicurezza.
Alcune telecamere, inoltre, sono state installate nelle due camere da letto per monitorare costantemente i ragazzi anche durante la notte. Una di queste era composta da 6 letti e un’altra ne aveva quattro.
Nell’abitazione, infine, è stato installato un campanello che i partecipanti potevano suonare qualora avessero avuto bisogno di aiuto.
A loro, inoltre, era concesso di parlare con i genitori, col team della produzione, con un’infermiera e uno psichiatra infantile ed erano liberi di abbandonare la casa in qualsiasi momento.
“Boys Alone” : la prima puntata dedicata ai ragazzi
L’esperimento sociale che ha coinvolto i ragazzi ha subito fatto capire la natura caotica dei maschi.
I giovani, infatti, hanno dato libero sfogo alle loro fantasie, imbrattando i muri con i colori, gettando cibo per terra e facendo a gara con le pistole ad acqua.
Gran parte di questi ragazzi hanno tenuto questo comportamento fino al terzo giorno e alcuni di loro sono arrivati perfino a togliere la vernice dai muri.
Prima di entrare nella casa, avevano tutti seguito dei corsi di cucina, ma nessuno di loro ha dato dimostrazioni di avere abilità culinarie; la maggior parte dei loro pasti, infatti, era composta da spuntini dolci o cereali e al massimo sono riusciti a preparare una pizza già surgelata da cuocere in forno.
Non tutti, però, avevano la stessa indole: alcuni di loro erano molto più rumorosi di altri e quest’ultimi, spesso, diventavano bersaglio dei ragazzi più scalmanati, arrivando anche a picchiarsi a vicenda.
L’ultimo giorno di questa convivenza, la casa era praticamente distrutta: il cibo era sparso ovunque, così come i giocattoli e le sedie.
“Girls Alone”: la seconda puntata dedicata alle ragazze
La seconda puntata di questa docuserie britannica ha visto invece protagoniste 10 ragazze che avevano all’incirca la stessa età dei ragazzi e con le stesse modalità.
Da subito, queste ragazze hanno dimostrato di avere un approccio completamente differente rispetto ai loro coetanei maschili, a cominciare dall’organizzazione in cucina e nelle faccende domestiche. Già dal primo giorno, infatti, una di loro si è resa disponibile per cucinare un pasto che è stato consumato da tutte, a tavola, e poco dopo hanno organizzato una sfilata di moda per divertirsi.
Le ragazze avevano anche elaborato un programma per suddividere i compiti e le faccende da sbrigare in casa; nonostante questa organizzazione iniziale, il caos alla fine ha comunque preso il sopravvento. Per quanto più organizzate, le ragazze dopo poco tempo hanno lasciato le faccende da parte per pensare solo a divertirsi. Non sono neanche mancati momenti di tensione e litigi tra le partecipanti.
Ad onor del vero, il risultato finale comunque è che le ragazze sono state un po’ meno disordinate dei ragazzi.
Quello che forse è interessante di questa docuserie è il dibattito che è nato tra i telespettatori, aprendo un’accesa discussione su quelli che sono i ruoli di genere.
Le clip, che ancora oggi spopolano sul web, hanno generato un dibattito incentrato soprattutto sull’organizzazione delle ragazze che, a differenza dei coetanei maschili, hanno saputo dimostrare una coesione maggiore.
Entrambi i gruppi, infatti, disponevano delle medesime risorse, eppure i ragazzi hanno generato subito caos, arrivando anche a episodi di bullismo e violenza, mentre le ragazze hanno fatto giochi più tranquilli in gruppo e sono riuscite a creare un buon lavoro di squadra.
Questo esperimento sociale, dunque, ha dimostrato che è ancora presente lo stereotipo della donna educata per “prendersi cura degli altri”, a differenza dei maschi che, al contrario, non hanno le stesse doti organizzative. Ma queste doti, sono innate o acquisite?
Non dovremmo forse prima riflettere su come sono educati questi ragazzi ? Perché è ovvio che se insegniamo solo alle bimbe a prendersi cura di sé, della casa, l’empatia e l’attenzione per gli altri, i maschi in questi ruoli sociali partiranno naturalmente svantaggiati.
Tutto questo fa riflettere: a prescindere da quale sia il genere, ognuno di noi dovrebbe saper gestire una società funzionale, avere empatia e coesione sociale.
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