Il Giappone, si sa, è la patria della tecnologia e di invenzioni strabilianti. Ma che a scuola un robot possa insegnare al posto della maestra sembrerebbe fantascienza…e invece no!
A Tokyo è arrivata, già qualche anno fa, Saya, una maestra decisamente fuori dell’ordinario.
L’insegnate robot, dopo un periodo come segretaria all’Università della Scienza di Tokyo, è entrata nella scuola elementare, proprio per svelare ai suo piccoli alunni in carne ed ossa i segreti della tecnologia. Dotata di 18 motori facciali, riesce a fare espressioni corrucciate e severe quando vuole un po’ di silenzio o rimproverare un alunno indisciplinato.
È stata creata da un gruppo di ricercatori, e, durante la presentazione sperimentale in una classe elementare di Tokyo, ha riscosso un grande successo. I bambini sono rimasti affascinati dalle sue potenzialità. Ben diversa dalla figura di insegnate empatica e umanamente coinvolgente, Saya è lontana, per fortuna (verrebbe da dire) dai professori carismatici alla “Libro Cuore” o illuminati come il famoso John Keating e il suo Carpe Diem nell’Attimo Fuggente.
Ha un vocabolario di 700 parole, ma non riesce ancora a interagire con gli esseri umani, perché conosce alcune nozioni, ma non ha alcuna capacità di elaborazione, per il momento almeno. Non è detto che il futuro tecnologico riservi nuove, e forse un po’ inquietanti soprese.
La stessa maestra giapponese che Saya ha sostituito nella sua lezione, si è detta stupita per l’impatto visivo della donna robot, ma, al tempo, ha ammesso che il progresso tecnologico deve continuare, per renderla una vera insegnante. Sta di fatto che Saya e i suoi futuri colleghi potrebbero essere un valido aiuto e supporto ai maestri tradizionali.
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