Luca è il protagonista di una nuova campagna sulla sicurezza stradale voluta dal Governo: “Sulla buona strada”.
Luca. Un video shock che quando lo vedi per la prima volta non puoi proprio frenarle le lacrime. Ti scendono calde mentre continui a seguire le immagini sullo schermo e non puoi fare a meno di immedesimarti nella storia di quel bambino, perché Luca potrebbe essere il tuo bambino, e quello spot ha l’effetto di un filo spinato attorcigliato allo stomaco.
“Sulla buona strada”: la voce di Luca, 7 anni
Ha grandi occhi verdi Luca. Fissa la camera cosicché il suo sguardo arrivi dritto dritto agli spettatori. Geniale il regista. Il video si apre con un bambino di circa 7 anni (lo si evince dal fatto che gli manca proprio un incisivo laterale inferiore) in campo nero. Non si vede nulla oltre a lui. Parla con quella vocina di bimbo spensierato, ma solenne.
Racconta dei suoi successi scolastici, quasi cantilenando le parole. I genitori per ricompensare il suo impegno gli hanno regalato una spada laser, regalo molto ambito da tutti i bambini di quell’età che sono stati conquistati dall’ultimo episodio di Guerre Stellari.
Poi continua, ma il tono si fa più serio.
Ora suo fratello gioca con la sua spada, lui è contento, ma gli sarebbe piaciuto giocarci assieme. Cala il gelo. Il racconto a questo punto ti sbatte in faccia, con una violenza indescrivibile, quello che è successo al piccolo Luca: “Io non posso più giocarci perché si sono dimenticati di mettermi sul seggiolino.”.
Lapidarie parole che suonano come i rintocchi a morte. E di quello si tratta, sebbene non venga fatto esplicito riferimento verbale.
Ma è così. Luca è morto perché i genitori si sono dimenticati di metterlo sul seggiolino. Luca ti guarda e muove la bocca, come per dire “Che peccato però!”
E tu stai li, imbambolato davanti alla TV, col vuoto attorno e il freddo che ti graffia da dentro. Perché è Luca, ma è anche il nostro bambino.
Il video della settimana