Inizia lo svezzamento e soprattutto per chi è abituata ad allattare al seno, il livello di difficoltà si moltiplica: ci sono cucchiaino, piatto, seggiolone e soprattutto due manine infaticabili che afferrano tutto!
Ora, non voglio addentrarmi nel vasto mondo degli alimenti che aiutano un bimbo a crescere, ma di come somministrarglieli. È importante infatti riuscire a nutrire il piccolo, ma anche a fargli apprezzare questo momento di cambiamento e a portarlo verso l’autonomia.
Giocare con il cibo? Questione di carattere
Non tutti i figli sono uguali però, nemmeno tra fratelli. C’è chi mangia diligentemente fino all’ultimo cucchiaio, in pochi minuti, e senza nemmeno sporcarsi gli angoli della bocca e magari il fratello o la sorella impiegano un’ora e riescono a spargere la pappa su di una superficie di parecchi metri quadri, genitore compreso.
Ma le mamme e i papà, possono combattere o assecondare le inclinazioni dei figli.
Ci sono genitori che hanno orrore dello sporco e cercano di mantenere il bimbo assolutamente impeccabile fino alla fine del pasto: se il bambino è portato istintivamente a non sporcarsi sarà una strategia di successo, altrimenti ogni volta che dovrà mangiare sarà una tortura.
Ce ne sono altri che invece optano per una collaborazione, dando una parte di libertà ai figli ma sempre nel rispetto del cibo che hanno davanti. L’eventuale sporcarsi è quindi funzionale ad una conquista dell’autonomia.
Ci sono infine genitori che appartengono ad una scuola di pensiero estrema: se il figlio non fa un macello, non ha mangiato. A questi bambini vengono dati interi piatti di cibo con cui possono giocare, mentre li si imbocca, possono sciacquarsi le mani nei bicchieri e magari risputare quello che hanno in bocca, perché devono esplorare. Ovviamente portarli al ristorante è una delizia.
Ognuno può scegliere la strategia che desidera: ma qual è quella che funziona meglio? E voi che tipo di genitori siete? Come avete insegnato a mangiare ai vostri figli?
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