17 gennaio 2024 –
Crescono le proteste e le campagne di informazione anche sui social contro i tagli al Fondo per il contrasto dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione: la legge di Bilancio 2024 non ha rinnovato i fondi e così tantissimi pazienti, tra i circa 22mila in tutta Italia, rischiano di restare scoperti da un servizio assistenziale
Combattere i disturbi del comportamento alimentare è una priorità
L’anoressia, la bulimia e altri disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano la principale causa di morte tra gli adolescenti in Italia, superata solo dagli incidenti stradali. Purtroppo, il numero di decessi dovuti a questi disturbi è in preoccupante aumento: l’ultimo dato registrato indica 3.780 morti nel 2023.
I dati forniti dal Ministero della Sanità rivelano che, negli ultimi quattro anni, i nuovi casi di disturbi alimentari sono più che raddoppiati, aumentando da 680mila diagnosi all’anno nel 2019 a 1 milione e 450mila nel 2022. Queste cifre sono molto probabilmente sottostimate, considerando che molte persone affette da questi disturbi (principalmente donne e principalmente adolescenti) non cercano aiuto da medici o specialisti.
E il mancato rinnovo del Fondo per il contrasto dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione nella legge di bilancio ha un impatto gravissimo: si stima che almeno 22mila pazienti, la maggior parte in età evolutiva e per il 60% situati nel Sud e nelle isole, ne subiranno l’impatto.
Le proteste di famiglie e personale sanitario
Mentre il Ministero della Salute definisce i disturbi alimentari come un’“epidemia”, l’attuale governo ha deciso di eliminare il fondo creato durante l’amministrazione Draghi con la legge di bilancio del 2022, un fondo che era stato dotato di 25 milioni di euro per due anni.
Tutto questo, nonostante il contrasto ai disturbi alimentari sia inserito nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) per 9 regioni italiane: ma si tratta di programmi spesso disorganizzati e ora anche azzoppati.
Laura Dalla Ragione, responsabile della Rete Disturbi alimentari Usl 1 Umbria e del Numero verde nazionale SOS Disturbi alimentari della Presidenza del Consiglio e dell’Istituto superiore di sanità, sottolinea le gravi conseguenze della revoca dei 25 milioni di euro destinati al Fondo per il contrasto ai Disturbi alimentari. Secondo il suo parere, se non si agisce entro il 31 ottobre, termine ultimo del progetto avviato negli ultimi due anni, si rischia la chiusura di numerosi ambulatori in Italia. Questo lascerebbe pazienti e famiglie senza supporto, costretti a percorrere lunghe distanze per ricevere le necessarie cure.
La decisione ha raccolto una protesta trasversale nel mondo della politica, come per Raffaella Paita di Italia Viva, che ha lanciato una petizione online, e sono intervenuti a questo proposito anche personaggi dello spettacolo, come Paola Turani, che ce ne parla perché ha sperimentato sulla propria pelle quanto possa essere difficile combattere questi disturbi.
«I disturbi alimentari non sono una scelta, ma tagliare i fondi lo è. Come faremo a curarci ora?». Questo è l’urlo di quasi quattro milioni di persone in Italia, che vivono nella paura della loro malattia e nell’incertezza del futuro. Protestano contro una decisione politica che minaccia la chiusura di ambulatori e la fine delle terapie per chi lotta contro disturbi come l’anoressia o la bulimia.
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