La dipendenza dalla tecnologia nei bambini, argomento trito e ritrito in ogni sito dedicato allo straordinario e complicato mondo delle mamme, offre continui spunti di riflessione.
Interessantissima a tal proposito è l’intervista del Dott. Federico Tonioni, direttore del primo centro pediatrico italiano che si occupa di dipendenza da internet, nella quale vengono evidenziati gli effetti di un uso costante degli schermi interattivi sui bambini. Scopriamoli insieme.
La perdita del rispecchiamento emotivo e della capacità di desiderare
Secondo il Dott. Tonioni i bambini che passano troppo tempo di fronte agli schermi interattivi perdono il rispecchiamento emotivo, ossia la capacità di guardarsi negli occhi e comprendere le emozioni altrui, che è fondamentale per la crescita di ogni individuo.
Oltre l’empatia viene a mancare la presenza fisica poiché lo schermo, che crea il vuoto intorno a ciascun bambino, si sostituisce alla figura del genitore o dell’educatore.
E non è finita qui, infatti stando di fronte agli schermi i bambini non devono più fare i conti con due problematiche, in realtà assai formative, come la gestione della solitudine e dell’attesa che, spazzando via la noia e la meravigliosa capacità di desiderare, aprono la strada a comportamenti compulsivi. Terribile, giusto, ma di chi è la responsabilità?
Dipendenza da internet e responsabilità genitoriali
Nella maggioranza dei casi i primi responsabili della dipendenza da internet nei bambini sono i genitori, che per avere un attimo di tregua piazzano i propri figli davanti agli schermi.
Non a caso, come sostenuto dal Dott. Tonioni, la frase più comune delle mamme e dei papà è che il proprio figlio di fronte al PC non si vede e non si sente, il che equivale a dire “quando sta davanti al computer riesco a non pensarlo”.
Peccato però che i bambini abbiano il sacrosanto diritto di essere pensati, costantemente e prepotentemente. Una riflessione che dovrebbe essere di monito per tutti i genitori, me compresa!
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