5 marzo 2023 –
Alcuni anni fa, a seguito di numerose segnalazioni e conseguenti indagini su maltrattamenti negli asili e nelle RSA, si sentiva molto il tema della videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia, per prevenire simili gravi episodi.
Nel 2016 fu proposto un disegno di legge per istituire l’obbligo di installazione delle telecamere in questi ambienti, per tutelare bambini e anziani, ma il disegno si è arenato in Senato. Se quindi vi state chiedendo come siano tutelati i vostri bambini, facciamo il punto della situazione.
Telecamere negli asili: il disegno di legge
I diversi e terribili fatti di cronaca, maltrattamenti su bambini e anziani, nel corso degli anni hanno sollevato la questione della videosorveglianza nelle scuole dell’infanzia e case di riposo.
Per tutelare i più fragili, cioè bambini piccoli e anziani, fu lanciata la proposta di istituire un obbligo di videosorveglianza, cioè istituire un sistema di controlli per garantire la loro sicurezza prima di una eventuale denuncia, anche per il potere deterrente delle telecamere.
Il disegno di legge n. 2505 della 17a Legislatura proponeva anche l’istituzione di test psicoattitudinali per il personale educativo delle scuole dell’infanzia. L’iniziativa ebbe molto seguito sui giornali e tra i genitori, e passò anche l’esame della Camera, ma si arenò in Senato per un acceso dibattito sulla privacy dei lavoratori.
Tuttavia, quando si tratta di proteggere interessi fondamentali, come la salute degli individui più vulnerabili, anche il garante per la privacy aveva evidenziato la possibilità di applicare eccezioni a certe norme sulla Privacy. Questo punto era stato sottolineato anche da Davide Carlo Sibilio del Codacons, che ha poi rilevato che la custodia delle registrazioni – cioè la conservazione attraverso sistemi criptati – avrebbero potuto assicurare le giuste protezioni. Inoltre, come nei casi della videosorveglianza dei condomini, le registrazioni sarebbero state disponibili solo per le forze dell’ordine e consultabili solo in caso di denuncia.
La questione è ancora aperta, anche se sono numerose le strutture pubbliche che sono già fornite di impianto di videosorveglianza. Rimaneva infine la questione dei costi: istituendo un obbligo di installazione, lo Stato avrebbe anche dovuto stanziare risorse in maniera massiccia per coprire il consistente numero di istituti, tra asili nido statali e paritari e case di riposo.
Telecamere negli asili: il decreto sblocca-cantieri
Infatti 3 anni dopo, con la legge 55 del 2019 (cosiddetto “decreto sblocca-cantieri”) si istituirono i fondi disponibili per l’installazione degli impianti di sorveglianza: 80 milioni di euro, stanziati dal 2019 al 2024.
Art. 5-septies (Sistemi di videosorveglianza a tutela dei minori e degli anziani). – 1. Al fine di assicurare la più ampia tutela a favore dei minori nei servizi educativi per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia statali e paritarie, nello stato di previsione del Ministero dell’interno è istituito un fondo con una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2019 e 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024, finalizzato all’erogazione a favore di ciascun comune delle risorse finanziarie occorrenti per l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso ogni aula di ciascuna scuola nonché per l’acquisto delle apparecchiature finalizzate alla conservazione delle immagini per un periodo temporale adeguato.
Legge del 14/06/2019 n. 55
Tuttavia, come si evince dal testo di legge, non c’è nessun riferimento sull’obbligatorietà e i tempi dell’installazione anche se l’obiettivo è quello di installare “sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso presso ogni aula di ciascuna scuola“.
Sistemi di videosorveglianza nelle scuole
E nelle scuole primarie e secondarie? Anche nelle scuole elementari, medie e licei si possono installare le telecamere? La risposta è sì, anche se lo scopo e l’uso sono molto diversi rispetto alla tutela di bambini piccoli e persone anziane residenti delle case di riposo.
Lo stesso Garante della Privacy ha aggiornato il suo Vademecum “La scuola a prova di privacy” per spiegare le modalità d’uso delle telecamere nelle scuole.
Come recita lo stesso vademecum:
È possibile installare un sistema di videosorveglianza negli istituti scolastici quando risulti indispensabile per tutelare l’edificio e i beni scolastici, circoscrivendo le riprese alle sole
aree interessate, come ad es. quelle soggette a furti e ad atti vandalici.
Il presupposto quindi per l’installazione di telecamere negli edifici scolastici sarebbe quello della prevenzione degli atti vandalici e non più la sicurezza di studenti e personale scolastico. Si evince quindi che per tutelare la privacy di chi frequenta le scuole, l’impianto deve necessariamente essere attivato solo al termine delle attività scolastiche ed extrascolastiche. Inoltre la scuola deve ottemperare a tutti gli obblighi di legge sulla segnaletica.
Come capire se un bambino subisce maltrattamenti a scuola?
I segnali per capire se un bambino è vittima di abusi, a casa come a scuola, non sono sempre evidenti. Tuttavia, un genitore, grazie alla profonda conoscenza del proprio figlio, può notare segni di disagio nei cambiamenti comportamentali improvvisi.
Un bambino che da allegro diventa introverso, che prima era tranquillo e ora soffre di disturbi del sonno, ha accessi di rabbia improvvisi o perde l’appetito, possono essere indizi. È importante sottolineare che tali segni non implicano necessariamente che il malessere sia causato da maltrattamenti, ma sono un campanello d’allarme.
È un indicatore che dovrebbe spingere il genitore ad essere più attento, pur rimanendo sereno. Per quanto riguarda i bambini in età prescolare, che sono in grado di parlare e condividere le loro esperienze, è possibile fare domande, ma è fondamentale che queste siano poste in maniera imparziale, senza suggerire la risposta che temiamo possa emergere.
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