I tic infantili possono destare molta preoccupazione nei genitori, trattandosi di disturbi che non riguardano solo gli adulti. Sebbene si tratti spesso di disturbi passeggeri, saperli riconoscere e gestire è sempre molto importante, per attuare eventuali trattamenti.
I tic sono movimenti involontari, spesso molto rapidi, che solitamente interessano la zona del viso. I più comuni sono quelli di origine muscolare: stiramenti non voluti, movimenti bruschi del capo, smorfie del viso, ammiccamenti e palpebre che sbattono sono quelli più ricorrenti. Questo genere di tic possono riguardare persino le braccia, le spalle o le gambe. In genere coinvolgono gruppi muscolari isolati, manifestandosi in una singola posizione anatomica. Talvolta, sono di tipo complesso, ovvero coinvolgono gruppi muscolari multipli. Esistono, tuttavia, non soltanto tic di tipo motorio, ma quelli vocali e fonetici che si manifestano attraverso l’emissione di suoni non voluti. Si tratta, il più delle volte, di colpi di tosse, sbuffi, grugniti oppure ripetizioni di parole.
Le cause dei tic infantili nel bambino
I tic si manifestano nel bambino per ragioni sia di tipo neurologico che psicologico. Il più delle volte i tic rappresento dei meri disagi transitori, destinati a scomparire gradualmente con la crescita del bambino. I tic infantili possono insorgere a partire dai 5 anni, proprio nel periodo in cui lo sviluppo di tutte le strutture celebrali non è ancora maturo e quindi sfugge al completo controllo della corteccia motoria. Questa condizione genera tic motori e fonetici.
Altre volte la causa dei tic del bambino è da ricondurre a circostanze di natura strettamente psicologica. Non è un caso che i tic vengano fuori quando il bambino vive tensioni emotive o momenti di stress, attenuandosi in situazioni di serenità e quando la sua mente è concentrata in attività come lo sport, il disegno o la lettura.
I rimedi ai tic infantili
Nel ribadire che i tic infantili sono spesso del tutto passeggeri e destinati a scomparire con l’avanzare dell’età, adottare alcuni comportamenti può aiutare a non intensificare il disturbo e a favorirne la completa scomparsa.
Buona regola è quella di non rimproverare il bambino che manifesta il tic, sia questo di tipo motorio o vocale. Non bisogna scordare che il tic è un’azione incontrollata, per cui tentare di correggere il bambino è un altro comportamento da evitare.
Particolarmente utile invece è coinvolgere il bambino in attività ricreative o sportive, in grado di catturare la sua attenzione ed il suo gradimento, così da alimentare i suoi momenti di svago e senza che si senta sotto pressione.
Qualora il disturbo dovesse intensificarsi sarà necessaria un’attenzione maggiore. Il ricorso al medico appare quantomai necessario in tutti i casi in cui il tic non si attenui nel corso di un anno. Una visita che analizzi la storia clinica potrà escludere presenza di eventuali patologie e valutare il ricorso ad un trattamento farmacologico associato, o meno, ad uno strettamente psicologico.
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