Sottratti ai genitori per un disegno che sembrava ritrarre violenze domestiche: il procedimento si è concluso e i bambini torneranno a casa
Il caso dei genitori di Frosinone
Era la primavera scorsa quando una bambina di Ceccano (FR) di 7 anni, seguita da un’insegnante di sostegno per problemi di apprendimento, aveva presentato alla maestra un disegno che ritraeva la mamma con in mano un mattarello e un atteggiamento apparentemente minaccioso.
Qualche giorno prima, la bimba si era presentata a scuola con dei graffi: secondo la piccola, se li era procurati giocando in cortile con il cuginetto, ma in due eventi ravvicinati hanno insospettito le insegnanti, tanto da far scattare le indagini per maltrattamento.
I genitori si sono così visti sottrarre i 3 figli, che sono stati affidati ai servizi sociali in attesa delle indagini. La figlia più grande, autrice del disegno, è stata prelevata mentre era a scuola, la secondogenita, 5 anni, è stata portata via mentre si trovava in casa con la famiglia. Il figlio più piccolo, invece, al momento dei fatti aveva solo pochi solo pochi giorni di vita ed era ancora ricoverato in ospedale a causa dell’ittero.
Nel corso dei mesi l’iter delle indagini è continuato, lasciando i bambini in una casa d’accoglienza. Trascorsi ormai 6 mesi le indagini si sono chiuse con la conferma che i bambini non hanno mai subito violenze o maltrattamenti e i piccoli sono stati finalmente restituiti ai genitori.
Presunti maltrattamenti: il trauma dei bambini
Decisiva per la chiusura delle indagini è stata la relazione della neuropsichiatra Francesca Coppola, che ha dichiarato, dopo aver esaminato il caso, di non aver riscontrato nessuna problematica nei bambini che potesse ricondursi a maltrattamenti all’interno della famiglia.
Il legale della famiglia, l’avvocato difensore Tony Ceccarelli, ha rilasciato al Messaggero la seguente dichiarazione:
Adesso bisognerà attendere che il Tribunale dei Minori fissi la data per il rientro nella loro abitazione dei bambini. Considerati i tempi tecnici, i bambini non verranno riportati in famiglia prima di un mese e mezzo.
Al momento i genitori possono fare visita due volte alla settimana alle figlie, ospiti presso una struttura di accoglienza di Rieti, e due volte nell’Istituto Religioso di Roma in cui si trova il piccolo, che ormai ha computo 8 mesi.
Una situazione che sicuramente ha segnato i piccoli che, come sottolineano i genitori, che avrebbero potuto almeno essere affidati ai nonni, che invece non sono nemmeno stati presi in considerazione. Il padre dei bambini, non nasconde il suo rammarico:
Mi hanno tolto tutto, mi hanno tolto persino la gioia di tenere in braccio l’ultimo arrivato. Adesso ha otto mesi e non ha mai sentito il calore di una famiglia.
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