Dopo una certa età i figli si trasformano in giudici irreprensibili e zelanti dei nostri comportamenti. In realtà stanno solo mettendo in pratica quello che gli abbiamo detto noi, le regole di comportamenti che gli abbiamo indicato e che, per coerenza, devono valere anche per tutti i componenti della famiglia, genitori compresi.
Così non possiamo abbassare la guardia un attimo, rilassarci concedendoci un’eccezione alle regole della casa, perché ci sono loro che, anche se apparentemente occupati a fare altro, guardano e ascoltano attentamente quello che facciamo o diciamo per avere la grande soddisfazione di riprenderci. Commentando impietosamente con quel sorrisino beffardo accompagnato dal dito indice alzato: “Non si fa!” “Non si dice!”.
O, come alternativa ancora peggiore, “Allora lo voglio fare anche io!”, mandando all’aria in pochi minuti le regole faticosamente costruite in tanto tempo.
Non serve appellarsi al fatto che ci sono delle eccezioni, perché dovrebbero valere anche per loro. L’unica soluzione possibile è arrendersi, ammettere la sconfitta e dare loro ragione. Fare la faccia pentita e scusarsi.
Così, è normale che quando il proprio figlio non è nei paraggi, e si ha la ragionevole certezza che non possa vederci o sentirci, si colga l’occasione per:
- Bere alla bottiglia. Lo so, bere alla bottiglia è da maleducati e poco igienico ma sfido chiunque entrando in cucina e avendo sete ad andare ogni volta a prendere un bicchiere per versarsi l’acqua. Magari d’inverno. Ma d’estate, aprire il frigo e dare una sorsata è un attimo che dà una grande soddisfazione.
- Mangiare con le mani. Può capitare di prendere al volo qualcosa dalla cucina e mangiarlo con le mani. Monsignor della Casa nel suo Galateo sicuramente non sarebbe d’accordo, ma perché sporcare un piatto solo per un boccone?!
- Dire una parolaccia. Le parolacce non si dicono… ma siamo nell’era dei mobili da montare a casa e può sfuggirti la brucola dopo la ventesima vite o puoi scoprire di aver messo dei pezzi al contrario e dover rifare tutto da capo. Non basta un “acciderbolina”. Quando scappa, scappa, ed è anche terapeutico, ma vorresti avere qualcuno che mette un bip alle tue parole.
- Poter esprimere liberamente la propria opinione su chiunque. Se il vicino si mette a tagliare l’erba alle otto di domenica mattina o il tuo capo ti chiama all’ora di cena per chiederti per l’ennesima volta la stessa cosa che hai cercato di spiegargli tutto il giorno potresti anche dire che è un “birichino” o un “simpatico distratto” ma vorresti poter dire liberamente quello che pensi davvero.
- Guardare un programma idiota alla televisione. Sei sul divano. Hai passato tutta la giornata in serie riunioni d’ufficio o hai appena visto il telegiornale con le peggiori notizie e facendo zapping ti fermi in uno di quei programmi idioti dove scappa qualche parolaccia o dove qualcuno salta da un muretto per vedere se gli reggono le gambe. Ti viene quasi da ridere rendendoti conto del livello della trasmissione e hai il telecomando pronto tra le mani per cambiare canale all’arrivo di tuo figlio.
- Grattarsi il naso senza usare un fazzoletto. “Non si mettono le dita nel naso” è una delle principali regole date ai bambini che, nonostante un nasino così piccolo, sembrano essere dei minatori alla ricerca di pietre preziose. Stai guidando in auto e vorresti poterti grattare liberamente il naso ma guardando dallo specchietto realizzi che saresti smascherato da tuo figlio? Due soluzioni possibili: aspettare di arrivare a casa o gridare “Guarda, fuori ci sono degli animali!”.
- Prendere un altro biscotto, un cioccolatino o un’altra fetta di torta. Vorresti essere libero di mangiare un altro cioccolatino o un’altra fetta di torta dopo che hai appena detto a tuo figlio che una è sufficiente. Vorresti ma non puoi. Inutile spiegare che il tuo stomaco è per forza di cose più grande del suo. Basta avere la pazienza di aspettare che si allontani un pochino per dare velocemente un morso al dolce, o mettere in bocca un altro cioccolatino, ricordandosi di non farsi vedere masticare o con la guancia leggermente gonfia.
E voi, cari mamme e papà, cosa fate di liberatorio quando i vostri figli cambiano stanza??
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