Triggerare, shippare, dissare: lo slang dei giovani spiegato ai boomers

5 novembre 2024 –

Anche i nostri genitori si saranno sentiti così: probabilmente persi di fronte a nuovi linguaggi e movenze giovanili, che puntano a differenziarsi dai “grandi”, da noi genitori così antiquati e poco sul pezzo. Da questo inevitabile divario ogni generazione produce nuove parole e definizioni, spesso prese in prestito dall’inglese e dallo slang da strada.

Lo slang giovanile è un linguaggio in continua evoluzione, che si arricchisce costantemente di nuove espressioni, spesso incomprensibili per chi non è abituato all’uso quotidiano dei social media e delle nuove tecnologie. Ma cosa significano davvero termini come triggerare e shippare? Facciamo un po’ di chiarezza.

Le lingue cambiano e si adattano: i neologismi di oggi

La linguista Beatrice Cristalli ha cercato di colmare il divario linguistico tra le generazioni con il suo nuovo libro “Dizionario per boomer“. Un’opera pensata per i meno giovani, che aiuta a decifrare le nuove espressioni in continua evoluzione nel linguaggio dei più giovani.

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Le lingue sono sistemi dinamici, costantemente influenzati dalla società e dalla cultura. I neologismi, cioè le parole nuove che entrano nell’uso quotidiano, non sono una novità: fanno parte dell’evoluzione linguistica da sempre. La loro diffusione segue un percorso ben definito, che inizia con l’uso limitato a un piccolo gruppo di persone e si allarga man mano che le espressioni si rivelano utili o rappresentative di nuovi concetti.

Spesso, i neologismi entrano a far parte del linguaggio comune grazie ai giovani, che con creatività e innovazione creano termini per esprimere le loro esperienze e identità. Questo processo è sempre esistito e ha generato incomprensioni tra le generazioni. Oggi, molti dei nuovi termini derivano dall’inglese e sono profondamente influenzati dall’uso dei social media, dai videogiochi e dalla cultura dei meme.

“Madre/Padre”: un nuovo modo di esprimere stima

L’espressione “mia madre” o “mio padre”, se usata dai giovani, non ha il significato letterale che si potrebbe pensare. In passato, si diceva “ti stimo fratello” o “ti stimo sorella” per esprimere rispetto o ammirazione verso qualcuno. Oggi, però, le nuove generazioni hanno accorciato l’espressione in modo ancora più immediato e simbolico, usando semplicemente madre o padre. Si tratta di espressioni utilizzate nel linguaggio digitale, in particolare sui social media, per rendere omaggio a persone che si stimano particolarmente.

Secondo un dossier curato da Babbel, termini come madre sono spesso usati per descrivere donne famose molto stimate e apprezzate, come ad esempio Beyoncé o Adele, che vengono chiamate madre dai loro fan per celebrare il successo delle loro carriere artistiche. In altre parole, chiamare una celebrità “madre” è un modo per riconoscere il loro contributo significativo e l’impatto che hanno avuto nella loro industria di riferimento.

Shippare: la fantasia delle coppie ideali

Il verbo shippare è un altro esempio di espressione entrata di diritto nel linguaggio giovanile. Derivato dall’inglese relationship, inizialmente shippare era usato per indicare il desiderio che due personaggi celebri stessero insieme. Tuttavia, il significato si è ampliato: oggi si possono “shippare” anche persone che si conoscono nella vita reale, come compagni di classe, professori o amici. Shippare significa fondamentalmente sognare o fantasticare su una relazione tra due persone, anche se non sono effettivamente insieme.

Il concetto si è ulteriormente evoluto, tanto che quando una coppia immaginata diventa reale, i fan parlano di One True Pairing (OTP), cioè l’accoppiamento perfetto. Un esempio iconico è quello di Brad Pitt e Angelina Jolie, i cui nomi furono fusi in Brangelina, rappresentando per molti la coppia ideale. Questo termine è diventato così popolare che oggi viene utilizzato in vari contesti per esprimere il desiderio che due persone stiano insieme.

Triggerare: l’innesco di una reazione emotiva

Un altro termine molto diffuso è triggerare, che ha acquisito un significato molto particolare sui social network e nel contesto del Web 3.0. Derivato dall’inglese trigger, che significa “grilletto”, triggerare significa innescare una reazione, spesso negativa, come rabbia o frustrazione. Questo termine è entrato a far parte del linguaggio comune dal 2016 circa, in seguito alla diffusione del meme “Triggered”.

Nel contesto delle interazioni online, triggerare si riferisce quindi a provocare una reazione emotiva intensa, generalmente di rabbia o disagio. Questo utilizzo è spesso associato a contenuti che suscitano emozioni forti o controversie. Ad esempio, quando si discute di argomenti sensibili, si possono usare le trigger warnings (avvisi di trigger), cioè degli avvertimenti su contenuti che potrebbero urtare la sensibilità degli utenti. Questo uso è comune soprattutto in riferimento a tematiche delicate come traumi, abusi o eventi drammatici.

Inoltre, il termine trigger ha assunto un altro significato nel contesto dell’ASMR, un fenomeno che riguarda il rilassamento provocato da particolari suoni e tonalità della voce. In questo caso, i trigger sono quegli stimoli sonori che generano una sensazione di calma e benessere, diffondendo una sensazione piacevole lungo tutto il corpo.

Dissare: il confronto verbale diretto

Un altro neologismo molto diffuso tra i giovani è dissare. Questo termine deriva dall’inglese disrespect, che significa “mancare di rispetto”, ed è utilizzato principalmente in ambito musicale, in particolare nel rap, per indicare l’atto di criticare o insultare apertamente qualcuno, spesso attraverso canzoni o versi. Dissare non riguarda solo il contesto musicale, ma è diventato un modo per descrivere qualsiasi tipo di critica diretta o confronto verbale, soprattutto quando si cerca di mettere in cattiva luce qualcun altro.

Nella cultura giovanile, il diss è considerato una forma di sfida, un modo per dimostrare la propria superiorità su qualcuno, sia a livello personale che artistico. Ad esempio, nelle battle di rap, i rapper si dissano a vicenda per impressionare il pubblico con la loro abilità verbale e creatività. Il termine si è diffuso anche al di fuori della musica, e oggi dissare può riferirsi a qualsiasi contesto in cui si manifesta una critica diretta e pungente.

Un dizionario per capire meglio il linguaggio dei giovani

Questi neologismi non sono solo parole nuove: rappresentano un modo di pensare, di relazionarsi e di esprimere la propria identità. E capire queste nuove espressioni significa anche aprire un canale di comunicazione tra generazioni, aiutando i più giovani a sentirsi compresi e i meno giovani a restare al passo con un mondo in continua evoluzione.

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Il Dizionario per boomer di Beatrice Cristalli è un’opera che ci aiuta a comprendere meglio il linguaggio dei giovani, spesso incomprensibile per chi non è abituato all’uso quotidiano dei social e delle nuove tecnologie.

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