Qualche giorno fa, il ritrovamento di una bambina, Maria, dai capelli biondi e dagli occhi azzurri in un campo nomadi nelle vicinanza di Farsala, nella Grecia centrale, aveva scatenato l’attenzione dei media.
Gli adulti con cui la piccola abitava hanno prontamente dichiarato di essere i genitori naturali, ma le Autorità hanno preferito rivolgersi al test del DNA per appurarne la verità.
Christos Salis e Eleftheria Dimopoulou, i nomadi presso cui la piccola Maria abitava, non sono i genitori della piccola ha sentenziato l’esame del DNA; e per molti sfortunati genitori che hanno smarrito una bambina dalle linee somatiche e dell’età di Maria, la speranza di aver ritrovato la loro piccola si è riaccesa.
Ben presto, la debole speranza si è spenta, con la scoperta dei veri genitori di Maria.
Secondo quanto riportato dalla BBC, i genitori biologici – Sasha e Atanas Russev – vivrebbero a Nikolaevo, in Bulgaria.
Gli inquirenti li hanno rintracciati setacciando i registri degli ospedali della zona di Farsala. Nel periodo attorno al 31 gennaio 2009, quando Maria dovrebbe essere nata, hanno scoperto che Sasha Ruseva – la madre biologica della bambina – nell’atto di nascita in cui doveva registrare la figlia, voleva apparire come nubile, anziché coniugata, attirando l’attenzione degli impiegati dello stato civile, per poi far perdere repentinamente le sue tracce.
Pare che la donna e suo marito, padre di Maria, avessero deciso di affidarla alla coppia di rom momentaneamente, in attesa di poter contare su una migliore condizione economica. Ma le cose per loro non sono mai cambiate, infatti i coniugi Ruseva tutt’oggi vivono nell’indigenza.
Si sta indagando se la bambina sia stata venduta o meno alla famiglia in cui è stata ritrovata, reato perseguibile dalla legge.
Intanto la coppia di rom che ha tenuto la bambina in questi anni è in carcere con l’accusa di rapimento di minori e uso di documenti falsi, mentre la piccola Maria è sotto la custodia di un’associazione no-profit di Atene.
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