L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) lancia un allarme sulle inefficienze legate all’accessibilità dei test genomici gratuiti per le donne a rischio di tumore al seno.
Test genomici e tumore al seno: le parole degli esperti
I test genomici sono un’arma utilissima che consentirebbe a molte donne di prevenire la patologia tumorale più diffusa nella popolazione femminile, evitando anche terapie molto pesanti come la chemioterapia o l’asportazione del seno. Un problema ancor più sentito in occasione degli eventi dell’Ottobre rosa che si stanno organizzando in tutta Italia.
Il rapporto dell’AIOM fornisce indicazioni molto importanti circa l’importanza dei test genomici, i quali, oltre a individuare preventivamente l’avvento della patologia, mettono in luce l’effettiva utilità delle terapie tradizionali; questo traguardo è reso possibile grazie al monitoraggio costante dell’attività e interazione di alcuni geni della paziente.
Considerando che una donna su nove nel corso della vita deve fare i conti con questo tumore, non trovano dunque giustificazione le inefficienze nazionali circa l’accesso a questi test, malgrado sia stato stanziato un apposito fondo di 20 milioni con l’ultima legge di bilancio.
Ottobre rosa: l’importanza di questi eventi
Di questo e di tanto altro si sta discutendo in questi giorni durante i vari eventi organizzati in occasione dell’Ottobre rosa, grazie all’Associazione Nastro Rosa. Tra le iniziative più rilevanti, la quarta edizione di #ioprevengo, la campagna MioDottore Solidale.
Grazie a questa iniziativa, dal 15 al 31 ottobre, ci si potrà collegare alla piattaforma MioDottore Solidale, e in pochi click accedere alla lista dei medici di tutto il Paese che hanno aderito all’iniziativa, e prenotare una prima visita ginecologica gratuita.
Ottobre Rosa accende i riflettori quindi sulla prevenzione : purtroppo i test genomici funzionano davvero soltanto in alcune regioni, e manca ancora un’attività di coordinamento a livello nazionale che regolarizzi il sistema e eviti i ritardi che invece sono all’ordine del giorno in alcune realtà territoriali. Purtroppo i ritardi dei controlli sono anche da imputare alla pandemia da Covid-19 che ha paralizzato l’intero sistema ospedaliero su tutto il territorio nazionale.
Inoltre si cerca di sensibilizzare la popolazione sui fattori di rischio, le abitudini di vita più funzionali alla prevenzione e soprattutto l’importanza dello screening annuale al raggiungimento dei cinquant’anni di età.
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