Spaventati da medici e infermieri – che con quel camice bianco fanno più paura dell’uomo nero –, quando si tratta di farsi visitare i bambini diventano spesso capricciosi e intrattabili, rendendo la vita difficile anche alle mamme super pazienti.
La soluzione? È la più antica ed efficace di tutte, l’unica che non passa mai di moda: giocare, fare in modo che il bambino legga la realtà da una nuova prospettiva, trasformando in una bella favola anche situazioni e ambienti come quelli di un ospedale, che richiamano alla mente sensazioni negative.
Partendo da questo principio in Austria era nata la “Clinica dell’orsacchiotto”, mentre al Presbyterian Morgan Stanley di New York la scorsa estate si è deciso di ristrutturare la sala Tac a misura di bambino, trasformandola nella location di un’avventura marinaresca. Pareti e pavimento si colorano di blu e in quella che era una spoglia stanza d’ospedale arrivano il mare mosso dalle onde e il cielo popolato da gabbiani e bianche nuvolette, con tanto di navi dei pirati all’orizzonte.
Ma non è finita qui, perché il pezzo forte è proprio il macchinario della Tac, con il lettino che diventa un vascello, mentre l’oblò sotto cui passare per eseguire l’esame ha la forma di un timone in legno: in questo modo, i piccoli pazienti lasciano da parte la paura e si scoprono impavidi comandanti alla guida della loro flotta.
“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”, cantava Mary Poppins. Noi aggiungiamo che per affrontare qualsiasi difficoltà è necessario volare con la fantasia come Peter Pan e combattere come Capitan Uncino…
Stiamo mischiando troppe favole? Forse sì, ma le favole non sono mai abbastanza.
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