Il 36enne Sebastiano Iemmolo è stato arrestato con l’accusa di omicidio nei confronti della moglie, la 32enne Laura Pirri, morta ustionata il 24 marzo scorso dopo un incendio divampato nella loro casa. L’uomo aveva dichiarato che l’incidente si era sviluppato a causa del malfunzionamento della bombola da campeggio. Gli inquirenti però non hanno mai creduto alla versione dell’uomo, piena di buchi e di contraddizioni.
Uccise la moglie: l’uomo provò a tappare la bocca al figlio
Uccise la moglie e provò a convincere il figlio che fu un incidente: mentre la donna moriva l’uomo stava cercando di nascondere le tracce. Il problema principale era il figlio di 9 anni, l’unico testimone oculare di quella scena orribile. Il padre gli diceva in continuazione di non parlare con psicologi ed inquirenti, poiché “così voleva la mamma”. In realtà il piccolo nella sua innocenza rivelò la terribile verità alla nonna, e l’uomo fu incastrato anche grazie alle intercettazioni telefoniche che lo inchiodano.
Un femminicidio per 20 euro
A scatenare l’ira dell’uomo è stato un episodio verificatosi quel maledetto 24 marzo: Laura Pirri si rifiutò di dare 20 euro al marito, che spesso la picchiava senza pietà. Il 25 novembre si festeggia la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, ma in Italia la strada per fermare il femminicidio è ancora lunga.
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