In Uganda sta prendendo vita una rivoluzione civile e composta, messa in atto dalle giovani donne incinte che, per una legge dello Stato devono abbandonare la scuola prima e dopo il parto.
Uganda: la legge che vieta alle donne incinte di frequentare la scuola
Per volontà del governo, le giovani donne che restano incinte, devono lasciare la scuola dopo il terzo mese di gravidanza e non possono tornarvi se non dopo 6 mesi dal parto.
Tuttavia, per colpa degli stereotipi e dell’ostilità sociale che queste ragazze incontrano, nonché a causa della mancanza di sostegno alla genitorialità, quasi nessuna rientra in aula, con grave danno per tutta la società.
Colpisce molto poi che questa legge sia in vigore mentre i leader del G7 stanno discutendo di come contrastare l’abbandono scolastico.
Ecco perché la rivolta dolce delle giovani mamme dell’Uganda sta facendo parlare di sé.
Le 52 mamme che lottano per il diritto allo studio
In un momento tanto delicato per la comunità mondiale sotto molti punti di vista, compreso quello scolastico, sarebbe importante favorire l’accesso e il ritorno in aula di tutti.
La pensano così le 52 mamme dell’Uganda che, sfidando l’attuale legge, e pretendendo di poter continuare a frequentare le lezioni, seppure tramite corsi di recupero che consentano loro di rientrare a breve in aula.
È la storia di Sunday, una fra tante, che a 16 anni è incinta di cinque mesi. Sunday sta usufruendo del corso promosso da ‘Save the Children’, un insegnamento accelerato che le consentirà di non restare indietro al rientro in aula.
Racconta del suo sogno di diventare contabile, e di come intende realizzarlo dopo la nascita del suo bambino.
A proposito di G7, molte sono le richieste che vengono girate ai ‘potenti della Terra’ affinché facciano qualcosa di concreto per aiutare queste popolazioni e risolvere nodi cruciali come quelli che si verificano in Uganda.
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