L’arte è importante. Ma se forse non riesce a cambiare la vita, di certo la può migliorare! Questo è il caso di Tor Marancia, quartiere ardeatino di Roma che negli ultimi tempi è diventato un vero e proprio museo a cielo aperto!
Come? Grazie a un gruppo di artisti “di strada” che ha letteralmente colorato, con disegni e immagini i muri anonimi e tristi degli edifici.
Grazie al progetto “Big city life Tor Marancia” ideato da 999Contemporary, finanziato da Fondazione Roma e dal Campidoglio, patrocinato dall’VIII Municipio e condiviso con l’Ater (azienda territoriale per l’edilizia residenziale del Comune capitolino), la borgata “Shanghai” ha trovato una nuova vita.
Gli edifici anonimi delle case popolari o i muri scostati delle scuole sono tornati a risplendere in quello che oggi appare un vero e proprio museo a cielo aperto. I soggetti scelti dai “graffitari” sono i più svariati: dai fiori, alle farfalle, ai volti, fino alle rappresentazioni astratte di forme geometriche colorate.
E gli artisti coinvolti nel progetto sono 18, provenienti da 10 paesi del mondo, che con il loro talento, hanno ridato vita, in modo assolutamente gratuito, a un quartiere a tratti fatiscente. Molti di loro sono già ampiamente riconosciuti a livello internazionale. È il caso di Gaia, artista statunitense, che a Tor Marancia ha realizzato l’opera Uneven Humanism, una rappresentazione simbolica dei flussi migratori.
In tutto, i murales sono 20, alti 14 metri e anche a livello simbolico hanno un grande significato per il quartiere romano. Questa, infatti, è stata la spinta che portato alla nascita di un’associazione di cittadini (“Rude”) che si occuperà da adesso in poi, della manutenzione dei murales.
Anche in altri quartieri della capitale si stanno diffondendo “attacchi d’arte” per ridare valore agli edifici e creare aggregazione tra i cittadini.
Tanto di cappello per questi tipi di progetti e non possiamo che augurare…in bocca al lupo!
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