Sono quasi novant’anni che il cortometraggio animato è entrato a far parte delle premiazioni dei prestigiosi Academy Awards. Non è raro che questi piccoli gioielli di animazione si ispirino a vicende di bambini e affrontino, in maniera tanto semplice quanto geniale, temi a grande impatto emotivo.
Il filmato che ha meritatamente vinto l’Oscar 2020 per la categoria dei cortometraggi di animazione, si cala nel quotidiano per sopraffarci di straordinaria tenerezza.
“Hair Love” vincitore della 92esima edizione degli Academy Awards
Il titolo del cortometraggio è “Hair Love”. Il regista e sceneggiatore Matthew Cherry, che lo ha realizzato, ha dichiarato di essersi ispirato ad un fatto realmente accaduto nel Texas dove uno studente di un liceo è stato invitato a tagliarsi i dreadlocks perché altrimenti non sarebbe stato in grado di diplomarsi.
Una discriminazione che ha indignato buona parte dell’opinione pubblica americana dove il diritto ad esprimersi anche attraverso la pettinatura dovrebbe essere tutelato. Per portare a termine il suo lavoro Cherry ha attivato una campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 284mila dollari. Il film è stato poi acquistato dalla Sony Pictures Animation che, nel 2019, lo ha distribuito insieme a Angry Birds 2.
La storia di Zuri e del suo papà : un finale a sorpresa
Il breve filmato di animazione di Matthew Cherry racconta la storia di una bambina afroamericana che, dovendosi preparare per raggiungere la mamma momentaneamente lontana, si impegna per acconciarsi al meglio senza però riuscire a domare i folti riccioli scuri.
Il papà prova a intervenire, ma la sua inesperienza lo mette in forte difficoltà, tanto che dopo alcuni tentativi falliti pensa di arrendersi. A quel punto la delusione che l’uomo legge negli occhi della sua piccola Zuri lo sprona a riprovare fino ad ottenere un risultato che anche la mamma della bimba potrà ammirare.
Come in ogni capolavoro è il finale che svela il risvolto più toccante della storia. Da non perdere.
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