7 dicembre 2023 –
Un caso che sta facendo discutere molti genitori italiani è quello di un bambino italiano a Prato in una classe con 19 compagni cinesi. La notizia è stata riportata in questi giorni anche per criticare la famosa circolare ministeriale del 2010 che limita la presenza di alunni stranieri al 30% per classe.
Se parlano italiano, qual è il problema?
In questo caso si fa riferimento alla circolare ministeriale, introdotta dall’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini nel 2010 e che impone un limite del 30% di studenti stranieri per classe. Questa regolamentazione, in contrasto sia con le norme di formazione delle classi e dell’assegnazione delle scuole basate sul domicilio sia con l’articolo 34 della Costituzione che protegge il diritto all’istruzione, presenta complesse sfide per i dirigenti scolastici.
Secondo il preside della scuola primaria in cui si è verificato il caso, la presenza di un solo bambino italiano in una classe con 19 cinesi non rappresenta un problema se gli studenti stranieri parlano la lingua italiana.
Infatti è bene ricordare che anche se si parla di bambini di origine straniera, non sempre si parla di alunni non italofoni: qualora ci si trovi con una classe con diversi studenti che non parlano italiano, solitamente le scuole organizzano corsi di alfabetizzazione in orario scolastico.
Questa affermazione ha comunque suscitato molte perplessità tra i genitori. “Non è solo una questione di lingua“, spiega una mamma di Prato. “Un bambino italiano che si trova in una classe con 19 compagni stranieri può sentirsi escluso e avere difficoltà a socializzare“.
Un’altra mamma aggiunge: “È importante che gli studenti di tutte le nazionalità abbiano la possibilità di conoscere culture diverse, ma è anche importante che gli studenti italiani abbiano la possibilità di socializzare con altri bambini italiani“.
La necessità di riflettere sulla formazione delle classi
Si sta quindi facendo strada l’idea di rivedere la circolare ministeriale che limita la presenza di alunni stranieri al 30% per classe. “Questa circolare non tiene conto della realtà di molte città italiane, dove la presenza di studenti stranieri è molto alta“, spiega una mamma di Roma.
Il che può essere anche vero, anche se la dirigenza scolastica oltre a tenere conto delle indicazioni sulla formazione delle classi deve anche tenere anche conto delle richieste dei genitori sul tempo pieno o tempo parziale.
Sarebbe infatti necessario trovare soluzioni che garantiscano la socializzazione di tutti gli studenti, sia quelli italiani che quelli stranieri.
Le statistiche sull’integrazione scolastica in Italia
Quindi secondo molti dirigenti forse è giunto il momento di rivedere le vecchie circolari anche guardando ai dati statistici sulla presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane.
L’inclusione scolastica in Italia mostra un aumento, con le classi multietniche raggiungenti il 20%. Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito ai Sindacati, ci sono quasi 889.000 studenti stranieri nelle scuole italiane nell’anno accademico attuale, con la maggioranza di 814.500 nelle scuole statali e 74.500 nelle scuole paritarie.
Secondo gli ultimi dati Rilasciati dal Portale Unico della Scuola, considerando il complesso delle scuole di ogni ordine e grado, gli studenti con cittadinanza non italiana sono il 10,3%.
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