28 giugno 2024 –
La spesa per i figli rappresenta un’importante voce di bilancio per molte famiglie italiane. E secondo una recente indagine realizzata da Legacoop e Ipsos, 6 genitori su 10 sono costretti a fare delle rinunce, come sulle vacanze, uscite al ristorante e acquisti vari.
In media i figli assorbono il 34% della spesa media mensile familiare
Cinque italiani su 10 hanno figli conviventi e, tra questi, quasi la metà dei figli maggiorenni è totalmente a carico dei genitori. Questi dati emergono dal Report FragilItalia “Il costo dei figli”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos, basato su un campione rappresentativo di 800 italiani maggiorenni.
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Tra i figli maggiorenni (19% tra i 19 e i 25 anni; 23% oltre i 25 anni), quasi la metà (47%) sono totalmente a carico dei genitori, mentre il 29% lavora contribuendo alle spese familiari. Inoltre, il 24% dei figli maggiorenni, pur lavorando, continua a vivere con la famiglia a causa delle difficoltà economiche legate al costo degli affitti o dei mutui sulla casa.
In media, i figli assorbono un terzo della spesa mensile familiare, con costi significativi per abbigliamento (63%), calzature, libri scolastici (51%), attività sportive (48%)e pasti fuori casa (46%). Seguono materiale scolastico, spese mediche, svago e mobilità (45%) e spese per rette scolastiche, universitarie e asilo (41%).
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La spesa destinata ai figli rappresenta, in media, il 34% della spesa mensile familiare. Ecco i risultati del sondaggio:
il 51% delle famiglie destina ai figli tra il 21% e il 40% della spesa;
il 32% tra il 40% e il 70%;
il 17% tra il 10% e il 20%
Le spese per i figli pesano soprattutto sui genitori under 30, i residenti nelle isole e appartenenti al ceto popolare.
Genitori costretti a rinunce per i figli
Per sostenere queste spese, 6 genitori su 10 devono rinunciare ad acquisti personali, come andare al ristorante e ridurre le vacanze. Inoltre, 3 su 10 hanno dovuto imporre rinunce ai figli per quanto riguarda l’abbigliamento, l’acquisto di nuovi smartphone e le uscite con gli amici.
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Più nello specifico: il 66% ha rinunciato ad acquisti personali, il 60% ad andare al ristorante e il 58% all’acquisto di un’auto nuova. Inoltre, il 51% ha dovuto tagliare sulla spesa alimentare scegliendo prodotti in offerta, e il 39% ha rinunciato o posticipato visite mediche private. Le rinunce sono più frequenti tra i genitori under 50, residenti nelle isole e appartenenti al ceto popolare.
Ma anche i figli devono spesso rinunciare a determinati acquisti quando le famiglie devono tagliare le spese. Il 37% ha dovuto rinunciare a spese per abbigliamento, scarpe e nuovi smartphone, il 30% alle uscite con gli amici, il 25% a viaggi studio all’estero e il 23% all’iscrizione al corso di studio desiderato.
Famiglie italiane: la realtà dei fatti
“In questo Paese il tema famiglia è molto sensibile ma lo si affronta spesso dal punto di vista etico e morale, dei legittimi diritti, oppure suggerendo o persino prescrivendo come dovrebbero essere le famiglie. Abbiamo deciso di osservarle da un punto di vista che potrebbe sembrare un po’ disincantato, ma in realtà evidenzia il ruolo della famiglia come struttura cruciale della nostra società, quello del suo costo“, ha commentato Simone Gamberini, il presidente di Legacoop.
Un modo forse freddo di analizzare i dati sulle famiglie italiane sempre più in difficoltà: dai rincari post-pandemia, all’inflazione che sta iniziando adesso a rallentare, la situazione delle famiglie sembra sempre più precaria.
Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel 2023 le famiglie in povertà assoluta rappresentano l’8,5% del totale delle famiglie residenti, un aumento rispetto all’8,3% del 2022 e al 7,7% del 2021.
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