La romantica semplicità delle case della nonna, dove tutto ha un’aria vissuta e sospesa, fuori dal tempo: la nostalgia si traduce in un modo di arredare ed è alla base dello stile shabby chic, ad oggi fra i più gettonati dagli interior designer di mezzo mondo.
A parlarne per la prima volta fu la rivista statunitense The world of Interiors nel 1980, e poi fra gli anni ’90 e l’inizio del 2000 scoppierà una moda che ancor oggi non accenna a tramontare, tutt’altro.
Ecco allora che soggiorno, cucina, camera da letto e tutti gli ambienti della casa si riempiono di un’ondata di avorio, bianco e colori pastello, dal verde salvia al rosa antico, in un’atmosfera rilassante e romantica, bucolica e fiabesca.
Quando si parla di shabby chic non si fa riferimento a un particolare tipo di mobili di un’epoca piuttosto che di un’altra, ma a una tecnica decorativa (la più diffusa è quella detta decapé) che può essere applicata su qualsiasi mobile e che consiste nel ricreare ad arte un effetto invecchiato, che lasci intravedere le venature del legno e la vernice scrostata: i mobili shabby possono avere qualsiasi forma, le caratteristiche comuni sono i colori chiari e l’aspetto vintage. Per intenderci, mobili che sembrano arrivare da un mercatino dell’antiquariato.
Dettagli importanti di una casa shabby sono poi i lampadari, molto scenografici, dalla linea antica e dai colori pastello, in ferro battuto e con gocce di vetro o cristallo. E, ancora, le stoffe, con un tripudio di merletti, pizzi e tessuti floreali o dall’impronta bucolica (come la Toile de Jouy), che fanno bella mostra di sé sugli schienali delle sedie o sulla spalliera del letto, nei rivestimenti delle lampade o sulla biancheria per la casa, dalle tovagliette per la colazione ai copri cuscini.
Infine, qua e là sui tavoli mazzi di lavanda o di rose dai colori chiari, disposti in vasi rustici (magari di latta); e deliziose tazzine in ceramica con decori floreali.
A chi è venuta voglia di una casa shabby?
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