“Ogni bambino porta con sé il suo cavagnino”. Recita così un proverbio lombardo per spiegare che, tradizionalmente, la nascita di un bambino è accompagnata sempre da un cestino con tutto il necessario.
Speranze e sogni inclusi. I primi mesi del bimbo sono importantissimi, ma non tutti hanno la possibilità di avere il proprio fagottino, come nel caso dei bambini non riconosciuti e lasciati in ospedale, i cosiddetti “neonati esposti”.
Bambini non riconosciuti e abbandonati
La legge (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale in cui è nato, affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.
Ogni Tribunale per i minorenni ha il dato delle adozioni di minori non riconosciuti alla nascita realizzate nel corso dell’anno. Il dato nazionale si aggira intorno ai 1.000 neonati all’anno, ma si riferisce ai bambini nati in ospedale. Molto diverso è il caso dei neonati partoriti al di fuori degli ospedali, spesso in condizioni di pericolo, come cassonetti o angoli di strada: i bambini abbandonati.
I bambini Dharma: un progetto per regalare amore
Dal 2011 I Bambini Dharma ODV accudisce questi bambini presso due presidi ospedalieri bresciani – P.O. Ospedale dei Bambini dell’ASST degli Spedali Civili di Brescia e presso la Fondazione Poliambulanza Istituto Ospedaliero di Brescia – e garantisce loro cure e calore, in un’attività chiamata “coccolaggio”.
I volontari, dopo una specifica formazione, diventano “zie e zii” dei piccoli, questo sia per tutelare la loro privacy che per permettere ai volontari di entrare ancora di più in empatia: si recano nei reparti, li fanno addormentare, giocano insieme e raccontano loro le fiabe.
E per gli appena nati ci sono anche delle mansioni pratiche come dare il latte, fare il bagnetto o cambiare il pannolino, sempre seguendo le indicazioni della direzione sanitaria, del servizio sociale e del personale ospedaliero.
La raccolta fondi per aiutare I Bambini Dharma
Durante l’intero periodo di degenza I Bambini Dharma si occupa del sostentamento materiale dei piccoli, e uno dei progetti è anche quello di restituire ai neonati esposti e abbandonati una storia, un cavagnino, un cestino appunto.
Uno scrigno da custodire, come spiega la presidente Giovanna Castelli:
Per non permettere che il primo capitolo della loro vita rimanga bianco, cerchiamo di fermare i momenti quotidiani in un diario dei primi giorni di vita. Una volta che prenderanno la loro strada, l’ODV, per mano del servizio sociale, consegnerà a chi si prenderà cura di loro una valigia, dentro la quale verranno custoditi i simboli della loro prima infanzia. Quando i tempi saranno maturi e il bambino comincerà a chiedere qualcosa di sé, i genitori sapranno cosa dire e cosa mostrare e lui sarà fiero della sua storia. Saprà che alla sua nascita c’era chi si è occupato di lui, chi l’ha riempito di coccole, chi ha consolato il suo pianto.
Molti sono i bisogni dei bambini che ogni anno l’associazione segue direttamente presso i due presidi ospedalieri. Per questo motivo I Bambini Dharma ha lanciato una raccolta fondi su GoFundMe, un crowdfunding per la preparazione delle future valigie per i bambini che accudiscono e per quelli che un giorno verranno accolti da famiglie amorevoli.
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