Il papilloma virus umano (HPV) è responsabile di infezioni che possono degenerare in patologie oncologiche. Si tratta di un problema che coinvolge principalmente le donne, ma la vaccinazione anti-HPV estesa anche ai maschi potrebbe eradicare il virus.
Papilloma virus umano: che cos’è
L’HPV o papilloma virus umano non è un unico virus con questo termine si sottende infatti una vasta famiglia di virus in grado di infettare sia la donna sia l’uomo indistintamente, ed è causa necessaria all’insorgenza del tumore della cervice uterina.
Il papilloma virus umano provoca un’infezione che generalmente è asintomatica e transitoria, talvolta però può dare origine a lesioni benigne della cute o delle mucose (verruche su genitali, viso, mani, piedi), condilomi o papillomi (escrescenze a carico delle mucose genitali ed orali) e solo nell’1% dei casi l’infezione degenera verso uno stadio tumorale, in questo caso si rende responsabile di:
- tumori femminili: cervice uterina, utero, vagina, perineo
- tumori maschili: pene, glande, scroto
- tumore anale
- tumori oro-faringei
Quali sono i soggetti a rischio d’infezione da HPV
Il papilloma virus umano può infettare chiunque abbia una vita sessualmente attiva: parliamo infatti di un virus a trasmissione sessuale pertanto il contagio può avvenire attraverso:
- i rapporti penetrativi: causando infezioni dei genitali
- il sesso orale: causando infezioni delle vie respiratorie e del cavo orale
- il contatto fisico se sulle mucose sono presenti lesioni attive come lacerazioni, tagli, abrasioni
Proprio per quest’ultima ragione l’uso del preservativo, sempre consigliato, non è in grado di proteggere al 100% dal contagio mentre la vaccinazione anti-HPV previene dall’insorgere della malattia.
L’importanza della vaccinazione anti-HPV
Sottoporsi alla vaccinazione anti-HPV è importante poiché è l’unica azione risolutiva per prevenire il contagio di questo virus e quindi l’insorgere di lesioni benigne o potenzialmente tumorali.
Arrivare a una copertura vaccinale, sia femminile sia maschile, alta (stimata intorno al 99% della popolazione target dell’infezione) porterebbe alla scomparsa del cancro della cervice. Una testimonianza positiva arriva dall’Australia dove i cittadini hanno aderito numerosi alla vaccinazione anti-HPV e si è già potuto registrare la scomparsa di lesioni benigne negli adolescenti e si stima che si possa ottenere la stessa vittoria sul cancro della cervice entro il 2030.
Quando è consigliato sottoporsi al vaccino anti-HPV?
Dal momento che il papilloma virus umano è un virus a trasmissione sessuale è raccomandato vaccinare i nostri figli tra gli 11 e i 12 anni di età cioè prima dell’inizio dell’attività sessuale.
Studi recenti hanno poi dimostrato che anche la vaccinazione tardiva, ovvero in età adulta fino a 45 anni ed oltre, può dare benefici seppur si sia venuti in contatto con il virus perché rinforzerebbe il sistema immunitario nella lotta alla sua eliminazione anche in presenza di lesioni benigne o preneoplastiche trattate chirurgicamente.
Tipi di vaccini anti-HPV in commercio
Attualmente in commercio sono reperibili 3 differenti vaccini anti-HPV:
- vaccino bivalente che protegge dai genotipi oncogeni 16 e 18 responsabili del tumore della cervice uterina e dei tumori anali e oro-faringei
- vaccino quadrivalente che protegge dai genotipi 16 e 18 ed in aggiunta 6 e 11 responsabili di lesioni benigne
- vaccino nonavalente che protegge da 9 genotipi, i precedenti 16, 18, 6, 11 e 31, 33, 45, 52, 58 anch’essi considerati ad alto rischio
Vaccinare i bambini maschi è importante: perché?
La vaccinazione anti-HPV è fornita gratuitamente: inizialmente la disposizione era rivolta solo alle bambine ma il piano Nazionale dei vaccini 2017-2019 estende la raccomandazione anche ai bambini maschi perché vaccinarli è di fondamentale importanza per:
- prevenire l’insorgenza di tumori connessi all’infezione da HPV nell’uomo
- interrompere la circolazione del virus eradicandolo.
È ormai nota la correlazione tra infezione da HPV e tumore della cervice uterina, tuttavia il papilloma virus umano può dare origine a patologie oncologiche anche nella popolazione maschile, si stima infatti che circa il 73% degli uomini con età media di 33 anni contragga l’infezione nel corso della sua vita.
Per molti tale infezione andrà incontro a una risoluzione spontanea, ma in alcuni casi porterà a una degenerazione oncologica delle lesioni. Il 60% dei tumori oro-faringei è associato a infezione da HPV: anche se in questo caso la prognosi è migliore rispetto a tumori simili indotti da altre cause va sottolineato che le terapie chemioterapiche, radioterapiche o chirurgiche sono comunque debilitanti. A differenza di altre patologie, come il cancro alla cervice uterina, per questi tipi di tumore non esiste uno screening poiché non sono note lesioni preneoplastiche e quindi la diagnosi è sempre tardiva con esiti anche demolitivi.
Vaccinare sia bambine sia bambini permetterebbe di interrompere la circolazione dei ceppi oncologici e pericolosi del papilloma virus umano nell’arco di una generazione.
Quale vaccino usare per i bambini maschi?
Tutti i vaccini anti-HPV in commercio possono essere somministrati indifferentemente ai bambini maschi e femmine. Il vaccino nonovalente offre una copertura più ampia rispetto a un numero maggiore di ceppi virali, tuttavia la decisione di quale vaccino inoculare spetta alle ASL di competenza.
Se si è superata l’età raccomandata per la vaccinazione gratuita ci si può rivolgere a alcune strutture ospedaliere che offrono la possibilità di sottoporsi alla vaccinazione anti-HPV in regime di solvenza.
I vaccini anti-HPV in commercio sono sicuri anche per i bambini maschi: a confermarlo sono le numerose ricerche e sperimentazioni cliniche eseguite che anzi ne sottolineano l’efficacia riscontrata anche nella popolazione maschile.
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