Dal 16 dicembre 2021 anche i bambini tra i 5 e gli 11 anni possono essere vaccinati con vaccino Comirnaty (BionNtech/Pfizer) contro il Covid-19.
Una possibilità che ad oggi sembra ancora poco sfruttata, infatti la campagna vaccinale per i minori sta procedendo a rilento: i genitori sono scettici e le fake news in circolazione troppe.
Abbiamo quindi intervistato il Dottor Emanuele Vivarelli, immunologo di MioDottore per fare chiarezza su alcuni aspetti che sicuramente preoccupano la gran parte die genitori.
Perché è consigliato procedere per la vaccinazione anti-Covid in questa fascia di età, anche se spesso i bambini contraggono la malattia in forma lieve?
I motivi sono molti. In primo luogo, anche se l’incidenza di ricoveri in terapia intensiva e il tasso di decessi non sono alti, non si tratta di numeri trascurabili; si tratta di circa un tasso di 1 su 100.000 abitanti.
Va considerato che l’incidenza di COVID-19 nei bambini è aumentata di 4-8 volte in questi ultimi mesi nei paesi occidentali. Guardando i dati italiani di fine novembre 2021, oltre un quarto dei soggetti con diagnosi di COVID-19 hanno meno di 20 anni e l’incidenza settimanale supera i 200 casi/100.000 abitanti.
In assenza di misure preventive come il vaccino, il numero di ricoveri e decessi è purtroppo destinato ad aumentare anche nei bambini.
In secondo luogo, bisogna anche considerare le complicanze della malattia. Fra queste, la malattia infiammatoria multisistemica (MIS-C), una grave complicanza infiammatoria dell’infezione, comporta spesso il ricovero in terapia intensiva per insufficienza multiorgano che talvolta può portare al decesso.
Questa complicanza, secondo recenti studi, sembra essere prevenuta dalla vaccinazione.
Altra complicanza è il cosiddetto Long Covid, un insieme di sintomi che possono perdurare a lungo oltre la risoluzione dell’infezione naturale e che comprendono stanchezza, cefalea, febbricola e difficoltà respiratoria; questi sintomi sono in grado di compromettere notevolmente la qualità di vita dei bambini guariti. Anche questa complicanza potrebbe essere drasticamente ridotta dalla vaccinazione.
In terzo luogo, ci sono effetti indiretti sulla salute dei bambini. La riduzione della socialità e la chiusura delle scuole potrebbero essere alla base dell’osservazione che la prevalenza di ansia e depressione è raddoppiata durante la pandemia nei bambini e negli adolescenti.
Inoltre, l’isolamento e la riduzione delle vaccinazioni di routine durante la pandemia potrebbero aver “privato” il sistema immunitario di un fisiologico stimolo antigenico ripetuto, fatto che potrebbe essere alla base dell’aumento importante di infezioni respiratorie come la bronchiolite da virus respiratorio sinciziale, fenomeno osservato recentemente a livello europeo e anche in Israele.
Infine, va considerato l’effetto sulla comunità derivato dal non vaccinare i bambini. Per i bambini, specie nella fascia più giovane, le misure di distanziamento sociale sono meno praticabili e la carica virale non è assolutamente inferiore a quella degli adulti. Quindi, i bambini possono contribuire notevolmente alla circolazione del virus e alla conseguente generazione di varianti. Peraltro, va considerato anche il “costo” sociale dei caregivers che assistono il bambino malato e che possono a loro volta ammalarsi (perdita di giorni di lavoro per l’assistenza e/o per la malattia), andando incontro anche a gravi conseguenze per la salute personale fino al decesso.
Prima della vaccinazione, è opportuno controllare se hanno già anticorpi? Ci sono altri controlli che sarebbe meglio fare?
Purtroppo, sia per la molteplicità dei test impiegati, sia per la complessità della malattia, non è disponibile un “valore” sicuramente protettivo degli anticorpi anti Spike generati dalla vaccinazione. Questo fatto, unito al fatto che non sembra esserci correlazione tra eventi avversi gravi e titolo anticorpale anti-Spike preesistente, rende il dosaggio degli anticorpi non indicato ai fini dello screening pre-vaccinale. In casi selezionati può essere richiesto ed effettuato, sempre sulla base di una valutazione medica basata sul singolo paziente. Non sono generalmente utili altri esami pre-vaccinali, se non in rari casi particolari individuati dal pediatra.
Se il bimbo ha già contratto il Covid, è necessario vaccinarlo ugualmente?
La risposta immunitaria all’infezione da Sars CoV 2 può non essere duratura. In particolare, nei bambini, gli studi non sono concordi sulla durata della risposta protettiva dall’infezione. Considerando la breve durata della risposta protettiva all’infezione naturale nell’adulto, è opportuno vaccinare il bambino con singola dose se l’infezione è recente (6-12 mesi) mentre, se l’infezione è datata, si procederà con il protocollo standard (2 dosi a distanza di 2 giorni l‘una dall’altra).
Ci sono categorie di soggetti a rischio per i quali la vaccinazione è particolarmente consigliata?
Anche tra i bambini, esistono certe categorie di pazienti che sono a maggior rischio di COVID-19 moderato-severo e che quindi devono avere priorità nell’ambito della vaccinazione. In particolare, quelli con malattie respiratorie croniche, cardiopatie congenite, patologie neurologiche croniche, diabete mellito, obesità e i prematuri.
Quali sono invece le categorie che non possono essere vaccinate?
La vaccinazione è controindicata nei soggetti che hanno avuto reazioni allergiche gravi nei confronti dei componenti del vaccino, in particolare il Polietilenglicole (PEG), un composto in realtà presente in moltissimi farmaci che dà reazioni di ipersensibilità in una percentuale molto ridotta di pazienti. Controindicazioni relative sono l’asma in fase di riacutizzazione, le malattie infettive febbrili in fase acuta, l’orticaria in fase attiva, le malattie autoimmuni sistemiche in fase di attività florida; si tratta comunque di rimandare la vaccinazione a quando tale situazione clinica sarà risolta.
La vaccinazione andrebbe rimandata se possibile nei bambini sottoposti a terapie immunosoppressive che potrebbero ridurre la risposta vaccinale; tuttavia, in tali pazienti non sempre è possibile sospendere la terapia e il pediatra può decidere di procedere alla vaccinazione comunque anche preventivando una minore risposta vaccinale, valutando il rapporto rischio-beneficio del vaccino e delle cure.
I bambini con asma possono procedere con la vaccinazione? E se si soffre di allergia? Ci sono particolari precauzioni da adottare con i soggetti fragili?
Le allergie respiratorie, asma e rinite allergica, e alimentari non rappresentano controindicazione alla vaccinazione. Bisogna rimandare la vaccinazione solo per i bambini in fase di riacutizzazione asmatica. Nei soggetti allergici, la vaccinazione può essere eseguita senza particolari precauzioni, a eccezione dei protocolli specifici utilizzati per pazienti affetti da condizioni particolari come la mastocitosi o i bambini che necessitano di effettuare la vaccinazione in ambiente protetto.
Quali sono i possibili effetti collaterali? Quanto si sa sugli effetti a lungo termine?
Gli effetti collaterali comuni del vaccino sono simili a quanto si osserva con altre vaccinazioni. Possono comparire dolore in sede d’inoculo, febbre, anche elevata, spossatezza, cefalea, dolori articolari e muscolari; questi effetti si presentano nei primi 2-3 giorni dopo la vaccinazione, sono generalmente transitori e rispondono al trattamento con sintomatici (paracetamolo). Molto rari i casi di anafilassi (nell’adulto 5 casi per ogni milione di dosi somministrate). Gli eventuali effetti a lungo termine del vaccino sono un timore infondato, dato che l’RNA messaggero contenuto nel vaccino viene degradato in poche ore all’interno dell’organismo. Nonostante questo, la farmacovigilanza è sempre attiva per raccogliere dati sempre più esaustivi sulle reazioni avverse.
Si sente spesso parlare di correlazione tra Covid e miocardite: quali sono i rischi con il vaccino?
Il rischio di miocardite dopo vaccinazione anti-Sars CoV 2 è molto remoto e si manifesta prevalentemente in adolescenti maschi mentre ad oggi è considerato eccezionale nei bambini. Bisogna inoltre sottolineare che gli episodi di miocardite sono in genere lievi e si risolvono senza complicanze nella maggior parte dei pazienti.
Esiste un intervallo minimo da rispettare tra la vaccinazione anti-Covid e le altre vaccinazioni?
In accordo con le raccomandazioni della Società Italiana di Pediatria, non è indispensabile distanziare le vaccinazioni che possono essere eseguite contemporaneamente alla vaccinazione anti-Sars CoV 2 in sedi anatomiche diverse.
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