Il 2 giugno le piattaforme sanitarie delle Regioni italiane hanno aperto anche ai minorenni la possibilità di prenotarsi per il vaccino anticovid-19. Quando però mamma e papà non sono entrambi d’accordo a farne le spese è il minore, poiché i centri vaccinali richiedono il consenso di entrambi i genitori.
Il giudice della separazione può autorizzare il vaccino?
Tempi più difficili per i figli dei genitori che litigano. Le strutture sanitarie richiedono che i minorenni debbano avere il consenso di entrambi i genitori per il vaccino anticovid-19.
Cosa accade però se mamma e papà non sono entrambi d’accordo? In caso di genitori separarti a decidere è il giudice della separazione che quindi gestisce anche le questioni sanitarie.
In passato la giurisprudenza si era espressa per non autorizzare i vaccini contro il papilloma virus o la meningite in quanto non obbligatori, ma facoltativi. Il Covid però rappresenta un pericolo, diffuso su tutto il territorio nazionale. Il vaccino inoltre è uno strumento di protezione individuale ma anche collettivo, molto importante per la comunità. La pandemia perciò potrebbe motivare i giudici a dare il proprio consenso alla vaccinazione, anche se non è obbligatoria.
Il caso dei genitori non separati e dei grandi minori
La questione si complica in caso di genitori non separati, ma comunque in disaccordo, i quali perciò non si possono rivolgere al giudice della separazione. La legge stabilisce che la competenza ricade sul Giudice Tutelare del Tribunale in cui risiede il minore.
Il magistrato valuterà il rischio sanitario e l’opportunità del vaccino. Il minore se vicino alla maggiore età, viene ascoltato dal giudice che terrà conto della sua opinione. I cosiddetti grandi minori, infatti hanno la possibilità di svolgere un’attività lavorativa o di interrompere il percorso scolastico, anche senza l’assenso dei genitori e perciò sono ritenuti in grado di poter esprimere il proprio parere anche in relazione al vaccino.
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