La Procura di Torino ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati per la morte di Camilla Compagnucci, la bimba di 9 anni vittima di una caduta sugli sci sulla pista “Imbuto” di Sauze d’Oulx, in Val di Susa. Intanto il padre non si dà pace: “Senza le barriere frangivento sarebbe ancora viva”.
Quattro indagati per la morte di Camilla Compagnucci
Dopo il dramma avvenuto su una delle piste di Sauze d’Oulx, in Val di Susa, la Procura di Torino ha aperto un fascicolo di inchiesta ipotizzando il reato di omicidio colposo per la morte di Camilla Compagnucci, la bimba romana di nove anni deceduta a seguito di una caduta mentre sciava col padre lo scorso 2 gennaio.
Il pm ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone fra tecnici addetti alla manutenzione e responsabili dell’impianto: sotto accusa vi sarebbero le barriere frangivento contro cui la bimba ha violentemente battuto dopo aver rotolato per 50 metri ed essere finita fuori dal percorso.
Secondo quanto si apprende gli indagati erano stati già coinvolti in una inchiesta identica un anno fa a seguito dell’incidente costato la vita al 31enne Giovanni Bonavenutura: anche per questo motivo, fonti della Procura anticipano che i due fascicoli verranno unificati in un solo filone di indagine.
La disperazione del padre
Dato che non è la prima volta che si verifica una tragedia del genere presso gli impianti del Sestriere, alcuni quotidiani hanno raccolto lo sfogo del papà di Camilla che non si dà pace per l’accaduto: “Se non ci fossero state quelle maledette barriere la mia piccola forse sarebbe ancora viva” ha detto l’uomo, rivelando anche che la vacanza sulle nevi con la sua bambina per poco non aveva rischiato di saltare.
Al momento, tuttavia, la dinamica dell’incidente è al vaglio degli inquirenti che hanno sequestrato non solo il piccolo casco e il materiale tecnico utilizzato dalla vittima ma anche quelle barriere impiegate sulle piste per gestire il manto nevoso.
Infatti solamente un anno fa, a circa 200 metri di distanza da dove è deceduta Camilla, anche Giovanni Bonaventura aveva perso la vita battendo la testa contro uno dei paraventi in legno a bordo pista: in quella circostanza finirono sotto accusa i vertici e alcuni membri del personale della “Sestrieres S.p.a.” per presunte carenze nella sicurezza del comprensorio.
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