Uno dei problemi più delicati che possono colpire un bambino è il varicocele, cioè una dilatazione delle vene che, nel complesso, formano una rete all’interno del testicolo e che poi si uniscono in una sola per portare il sangue nella cavità addominale.
Se non ci sono complicazioni, le vene non sono visibili dall’esterno; in presenza di tale disturbo, invece, le vene sono visibili e possono anche essere palpabili al di sopra della borsa scrotale.
I 3 livelli di varicocele nei bambini
In medicina, il varicocele è identificato con 3 diversi livelli, dal meno grave (il primo) fino a quello più grave (3° grado), in cui esso viene classificato come grande anche a riposo.
In età pediatrica, il varicocele è una patologia che colpisce con una frequenza stimata dal 2% al 15%, con una maggiore incidenza nei ragazzi in età pre e puberale, quando gli stimoli ormonali determinano un maggiore volume dei testicoli.
Nella maggioranza dei casi, il varicocele colpisce solo il testicolo sinistro (93%), mentre con frequenza decisamente inferiore sono entrambi i testicoli a essere colpiti.
Generalmente, il varicocele nel bambino è asintomatico: qualora, invece, provochi dolore, questo si manifesta dopo una prestazione sportiva e, in particolare, si presenta come una fitta o un crampo, oppure con un senso di peso o fastidio.
In presenza (o in presunzione di presenza) di un varicocele occorre eseguire un’ecografia e un’ecocolor-doppler dei testicoli, delle pelvi e dell’addome.
Potrà essere necessario un intervento chirurgico solo in alcuni casi, quelli in cui il varicocele è classificato di III grado, in cui si registra dolore o una diminuzione del volume del testicolo. Dopo l’eventuale intervento, il bambino può essere dimesso a breve (già il giorno successivo) e sottoposto a una serie di screening di controllo nei giorni e nei mesi successivi. A 18 anni sarà necessario eseguire uno spermiogramma per valutare sia in termini qualitativi che quantitativi la funzionalità testicolare.
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