Due giorni fa la Camera dei Deputati ha approvato la proposta di legge per l’installazione di telecamere di sorveglianza negli asili nido e nelle case di cura per anziani. Con 404 voti favorevoli e 110 contrari, il disegno legislativo è pronto per passare al vaglio del Senato.
Videocamere a circuito chiuso per prevenire abusi su bambini e anziani
Martedì 23 Ottobre la Camera dei deputati si è dichiarata favorevole all‘installazione di videocamere a circuito chiuso in ogni asilo nido e in ogni casa di riposo del territorio nazionale. L’approvazione, a prima firma della deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria, vede i partiti di centrodestra e i Cinque stelle concordi con 404 sì.
Qualche perplessità invece arriva dal Gruppo Misto e dal Partito Democratico che si sono opposti con 110 voti; non vi è stata alcuna astensione. La proposta di legge è volta a prevenire abusi fisici e psicologici su bambini, anziani e disabili e prevede l’installazione di videocamere a circuito chiuso in ogni stanza delle strutture educative e di accoglienza, sia pubbliche che private.
I filmati saranno visibili solo dalle forze dell’ordine che interverranno tempestivamente
I filmati ripresi dal circuito di videosorveglianza, previa denuncia, saranno visibili e valutabili esclusivamente dalle forze dell’ordine per garantire maggior tutela e privacy alle innocenti vittime di abusi, minacce e maltrattamenti. Date le terribili storie di violenza su bambini e anziani che negli ultimi anni stanno dilagando nel nostro Paese, un simile provvedimento si è reso indispensabile e, secondo le parole della vicepresidente della Camera Mara Carfagna, rappresenta un successo per tutte le famiglie italiane che potranno godere di una maggiore serenità.
Le perplessità dell’opposizione riguardano invece gli elevati costi del sistema di videosorveglianza. Come sostiene Gabriele Toccafondi, deputato di Civica Popolare, la proposta di legge ha grande valenza sociale, ma è insostenibile in rapporto alle risorse economiche attualmente disponibili. In tal senso dal 2018, per i primi tre anni, si vuole creare un fondo sperimentale di 5 milioni di euro. Una cifra questa certamente elevata, ma che potrebbe determinare una svolta per un’istruzione e un’assistenza finalmente sicure e moralmente corrette.
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